A 17 anni dalla scomparsa di Denise Pipitone da Marsala, il caso della piccola siciliana è ancora avvolto nel mistero. Le ricerche non si sono mai fermate, tante le segnalazioni da ogni parte d’Italia e non solo che si risolvono con un nulla di fatto, lasciando sempre con l’amaro in bocca la madre Piera Maggio. Negli ultimi mesi il caso è stato analizzato anche in Russia, con l’avvocato Giacomo Frazzitta chiamato ad intervenire nel corso di una trasmissione per il presunto ritrovamento della piccola nella persona di Olesya Rostova. Anche in quel caso, tramite l’analisi del gruppo sanguigno, si scoprì che quella giovane non era Denise, ma la questione fece rumore.



Prima di tutto, secondo quanto riferito da Chi l’ha visto, che ha sentito il legale della famiglia, le accuse del programma televisivo russo sono state rivolte alla stessa Piera Maggio che mai si è esposta facendo parlare solo l’avvocato. Giacomo Frazzitta, nel corso della trasmissione in onda su Rai Tre, ha sottolineato: “Chi conosce Piera Maggio sa che decide con la sua testa e poco posso fare per convincerla a fare qualcosa. Per mandato e rispetto devo fare le cose che mi dice il mio cliente, nel caso della trasmissione russa dovevamo bloccare questa emorragia che cercava di rianimare il morto italiano con puntate diverse perché avevano interesse”.



DENISE PIPITONE, AVVOCATO FRAZZITTA: “PARLARE CON INQUIRENTI, NON ALLA TV”

Ancora una volta l’avvocato Giacomo Frazzitta si è ritrovato a fare i conti con un caso sul quale le televisioni hanno provato a fare audience. Nel caso specifico della televisione russa, il legale di Piera Maggio ha sottolineato a Chi l’ha visto che gli intenti erano abbastanza chiari sin dal principio: “Il loro interesse è stato sottratto grazie a noi e alle analisi del gruppo sanguigno, loro avrebbero preferito fare altre cose teatrali che avrebbero fatto male. Non si fidano di me? Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Infatti il giorno dopo che abbiamo bloccato l’iniziativa mediatica russa abbiamo trasmesso tutto in procura e a quel punto se volevano fare accertamenti importanti lo dovevano fare loro”.



Giacomo Frazzitta ha poi voluto ribadire: “L’unica cosa che desidererei sottolineare nel caso di Denise è il buon senso, deve essere sempre il lume in tutto ciò che diciamo e facciamo quando parliamo di una storia così. Bisogna essere moderati ed equilibrati, non bisogna fare nomi così per accusare per errori di memoria. Ci può essere il cattivo ricordo, una cosa è dirlo agli inquirenti e altro dirlo in televisione. Tutto ciò che è rilevante nel caso bisogna comunicarlo agli organi competenti”.