La scomparsa di Denise Pipitone, di cui oggi la mamma Piera Maggio torna a parlare a Verissimo, è un caso irrisolto di cronaca che continua a tenere col fiato sospeso l’opinione pubblica italiana, coltre che la famiglia della bambina di cui non si hanno più notizie dall’1 settembre 2004. All’epoca aveva 4 anni e scomparve dalla casa della nonna materna a Mazara del Vallo (Trapani). Negli anni una ipotesi investigativa è emersa ed è quella del rapimento gestito in “staffetta” da persone che sono rimaste ignote. Tra le maggiori sospettate ci fu Jessica Pulizzi, figlia di Anna Corona e Pietro Pulizzi (padre biologico della bambina), insieme alla madre.



Nonostante innumerevoli ricerche, avvistamenti confermati e non, molteplici spunti, il mirino degli investigatori si è sempre focalizzato sull’ambito familiare allargato. Di fatto, non ci sono stati sviluppi concreti nelle indagini sul caso. In base all’ultima ricostruzione, che non ha trovato conferma in aula, Denise Pipitone sarebbe stata rapita da Jessica Pulizzi con l’aiuto della madre, a cui Pietro Pulizzi non aveva confessato che la bambina era sua figlia. Quindi, era stato ipotizzato il movente della vendetta.



I PROCESSI PER LA SCOMPARSA DI DENISE PIPITONE

Jessica Pulizzi venne accusata di concorso in sequestro di Denise Pipitone e nel 2010 finì a processo. Il primo grado si concluse tre anni dopo: la procura di Marsala chiese che venisse condannata con una pena a 15 anni di carcere, ritenendo che fosse colpevole oltre ogni ragionevole dubbio alla luce di indizi ritenuti chiari e convergenti. Per l’accusa, aveva preso la bambina e l’aveva portata a casa del padre per avere la conferma che fosse la figlia biologica, ma non avendolo trovato avrebbe lasciato la bambina a persone che non sono state identificate.



Ma la ragazza venne assolta per insufficienza di prove, sentenza confermata in appello, dove venne respinta la richiesta di condanna a 15 anni fatta in secondo grado. Invece, per il pg della Corte d’Appello di Palermo aveva partecipato al sequestro. Comunque, l’assoluzione è stata confermata definitivamente in Cassazione, nonostante il riconoscimento di un valido movente. Invece, per quanto riguarda Anna Corona, che era finita nel mirino degli inquirenti in un secondo filone per sequestro di minorenne, ci fu l’archiviazione.