Il caso di Denise Pipitone non è stato ancora risolto, avvolto da un mistero lungo ormai 18 anni da quel 1° settembre 2004 in cui la bimba è scomparsa a Mazara del Vallo. Dalla provincia di Trapani al resto del mondo, i presunti avvistamenti della piccola, che oggi avrebbe 21 anni, si sono succeduti senza soluzione di continuità e continuano a tenere viva la speranza della famiglia sul suo ritrovamento.
Fin dalle prime battute del giallo, Denise Pipitone è stata al centro di numerose segnalazioni di presunti avvistamenti e il primo, forse unico caso potenzialmente concreto, riguarda la testimonianza di una guardia giurata che filmò una bambina molto somigliante a Denise a Milano, in compagnia di un gruppo di nomadi, nell’ottobre 2004. Un mese dopo la sparizione. Piera Maggio e Pietro Pulizzi, genitori di Denise Pipitone, non si sono mai arresi e continuano a lottare per avere verità e giustizia. La madre della piccola di Mazara del Vallo ha sempre sostenuto di cercarla “viva”, non avendo alcuna prova di un infausto epilogo sulla sua sorte. Ancora oggi il caso resta uno dei misteri più grandi della cronaca italiana e ancora oggi, 18 anni dopo, ci si chiede se davvero la piccola “Danàs” avvistata nel capoluogo lombardo all’epoca dei fatti era Denise.
Danàs è Denise Pipitone? L’avvistamento di Felice Grieco a Milano
Felice Grieco è la guardia giurata che, nel 2004, segnalò la presenza di una bambina somigliante a Denise Pipitone a Milano. Una testimonianza forte, accompagnata da un documento video che l’uomo, in servizio davanti a una banca nel capoluogo lombardo, girò col telefonino prima che la piccola, insieme al gruppo di rom con cui si trovava, sparisse.
A Mattino Cinque, nel 2021, Grieco ha ribadito di vivere nel rimorso di non aver fatto di più per trattenere la piccola in attesa che arrivassero gli agenti della polizia, da lui allertati appena vista la minore. “Sono convinto che potesse trattarsi di Denise”. Così l’uomo ripete come un mantra la sua idea su quell’avvistamento datato 18 ottobre 2004 e impresso nel breve filmato che ha registrato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Nelle immagini una bambina incappucciata risponde in italiano con un “Dove mi porti?” alla donna che, fuori campo, la chiama “Danàs”. Un nome che ricorda quello di Denise e che, nel corso degli anni, non ha mai smesso di creare suggestioni intorno all’episodio milanese. Così come quel segno sul viso della piccola indicata dalla guardia giurata, una specie di cicatrice simile al graffio che Denise aveva sulla guancia al momento della scomparsa.
Denise Pipitone, gli avvistamenti tra Italia e resto del mondo
Il caso di Denise Pipitone, dal 2004 ad oggi, è stato oggetto di continue segnalazioni e false piste tra l’Italia e il resto del mondo. Un fiume in piena di presunti avvistamenti che, finora, non ha mai portato a nulla che potesse dirsi “svolta” nel giallo della bimba di Mazara del Vallo.
Nel tempo, la piccola è stata segnalata in varie parti del Paese, come ricostruito da Mattino Cinque in un servizio su tutti gli avvistamenti del caso. Da Verona a Cremona, passando per Bologna e Latina, poi a Potenza, dove una ragazza avrebbe dichiarato di essere Denise finendo per essere smentita dagli accertamenti sul Dna. Nel 2021 ancora l’Italia con una segnalazione a Scalea, in Calabria, dove una giovane di 21 anni di origini romene era stata indicata da un cittadino come potenzialmente degna di interesse. Anche in questo caso, un buco nell’acqua. Ma c’è ancora di più, perché nel giallo di Denise Pipitone ci sono anche le numerose segnalazioni in arrivo dall’estero. Dal Marocco alla Tunisia, alla Grecia e, infine, al caso più eclatante – vista l’eco mediatica innescata dalle emittenti del posto – della pista russa.
Denise Pipitone e il caso Olesya Rostova in Russia
Nel 2021, dalla Russia l’ipotesi che una giovane di nome Olesya Rostova potesse essere Denise. Il caso, sollevato da una telespettatrice russa a Chi l’ha visto? convinta della sua somiglianza con le foto della bambina e con Piera Maggio, riguarda una ragazza che sosteneva di essere stata rapita da bambina, all’età di circa 5 anni, per poi vivere in un campo rom ed essere successivamente trasferita dai servizi sociali in un orfanotrofio. Olesya Rostova si era presentata alla tv russa determinata a scoprire le sue origini e l’identità della madre, un nuovo faro acceso sull’ipotesi che potesse davvero trattarsi di Denise.
La trasmissione russa Lasciali parlare, dopo un circo mediatico di varie puntate sulla vicenda, avrebbe infine fornito la risposta all’esito delle analisi sul suo gruppo sanguigno: non corrispondente a quello di Denise Pipitone. Un’altra pista sfumata, un’altra piccola speranza archiviata nel cassetto del difficilissimo cammino verso la verità intrapreso 18 anni fa da Piera Maggio e Pietro Pulizzi. La madre di Denise Pipitone continua a ripetere il suo appello: “Cerchiamo Denise, aiutateci“.