Il caso Denise Pipitone, affrontato a “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, si snoda anche attraverso l’attività dell’ex pm Maria Angioni. La donna, intervistata dal programma Mediaset, si è trasferita in Tunisia, dove sua figlia frequenta regolarmente le lezioni scolastiche, insieme al marito: “La scomparsa di Denise ha inciso molto su questa nostra decisione – ha spiegato Angioni -. Il legame tra Mazara del Vallo e Tunisi è fortissimo e c’è una pressione, una violenza in questa vicenda che mi conferma la base di partenza: la bambina, adesso ragazza, è viva”.



L’ex pubblico ministero ha riferito inoltre di essere in contatto “con diverse ragazze che potrebbero essere Denise Pipitone. Molte di loro sono in Italia e mi dicono che, nel momento in cui la massa ha ipotizzato che loro potessero essere Denise, hanno ricevuto attacchi e intimidazioni e sono state costrette a sporgere querele. Anche in Tunisia ci sono ragazze che potrebbe essere la figlia di Piera Maggio e una di loro è stata indicata alla magistratura nei primi mesi del 2022 proprio da uno stretto familiare di Denise. Sono stati forniti tutti gli elementi per rintracciarla, ma non so se sia stato fatto il Dna. Posso dire che questa persona presenta tutta una serie di caratteristiche fisiognomiche che si collegano all’age progression di Denise”.



MARIA ANGIONI: “IL RITROVAMENTO DI DENISE PIPITONE È IL MIRACOLO CHE IO ASPETTO DA TANTI ANNI”

Nel corso della sua intervista a “Quarto Grado”, l’ex pm Angioni ha fatto presente che nel 2013 vennero arrestate alcune persone, tra cui anche paramilitari e un uomo di Mazara del Vallo, accusate di dare vita alla tratta dei bambini su commissione: studiavano lo stile di vita dei piccoli e delle loro famiglie, rapivano il minore e lo consegnavano ai nuovi genitori.

Tuttavia, l’ex pm Angioni ha inteso precisare che “non sto portando avanti nessuna indagine, ma spero che la magistratura sfrutti in qualche modo la mia esposizione per avere spunti per acquisire informazioni. Io sono qui a Tunisi come un simbolo. Non vado a cercare Denise Pipitone e a disturbare le persone, ma tengo alta l’attenzione. Io voglio che quella bambina torni a casa e chiedo che le istituzioni facciano del loro meglio per risolvere la vicenda: è il miracolo che io aspetto da tanti anni”.