Milo Infante non è indagato dalla Procura di Marsala nell’ambito dell’indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone, ma dalla Procura di Caltanissetta per diffamazione. Sulla vicenda si è creato un piccolo caso, dopo che da Marsala è arrivata la smentita con le dovute precisazioni. “Da Marsala non può essere arrivata nessuna smentita, perché io non ho mai detto di essere indagato da quella Procura. Questo è un esempio di giornalismo… preferisco lasciare a voi ogni commento”, replica il conduttore di Ore 14 in un video pubblicato su Instagram. Peraltro, le persone che si ritengono offese dalla presunta diffamazione sono magistrati di Marsala, quindi per competenza territoriale, quando ci sono magistrati tra le parti offese o tra gli indagati, se ne occupa un’altra Procura, in questo caso quella di Caltanissetta.
Ulteriori precisazioni le ha fornite tramite i microfoni dell’AdnKronos. “Io sono stato raggiunto da un avviso di garanzia dalla Procura di Caltanissetta con l’accusa di diffamazione, per giunta aggravata. Quindi, da Marsala non può essere arrivata nessuna smentita, perché io non ho mai detto di essere indagato da quella Procura. Detto questo, ribadisco di non avere mai fatto una critica ai magistrati di Marsala. Ho solo chiesto che si occupino di ritrovare la piccola Denise Pipitone”. La notizia lanciata da Repubblica e poi ridimensionata ha spinto il giornalista ad una riflessione amara. “Queste sono fake news che non fanno bene al giornalismo. Ha ragione Piera Maggio, quando dice, esprimendomi solidarietà per il mio avviso di garanzia, che le stanno facendo terra bruciata attorno”. Non era facile sbagliarsi, visto che non aveva parlato di Marsala. “È semplicemente frutto di cattivo giornalismo”.
Milo Infante ha ricordato che il 16 marzo scorso, quindi oltre un mese fa, ha pubblicato un post in cui annunciava la notifica dell’avviso di garanzia. “Ho letto Procura di Caltanissetta e ho subito capito chi mi ha querelato. Chi si è ritenuto diffamato, addirittura in maniera aggravata. Dunque, ho fatto il post in cui non parlo assolutamente delle procure ma dico che i magistrati invece di indagare sui giornalisti dovrebbero indagare per cercare Denise. Uno sfogo emotivo mio, ho detto solo: ‘Cercatela sta bambina’. Peraltro, non sono il solo a essere indagati, ci sono altri colleghi. C’è un’attività in corso”. Il giornalista non sa chi sia stato per primo a lanciare la notizia, intanto prende le distanze dall’accusa di diffamazione: “Io, comunque, non riesco a vedere la diffamazione, bisogna capire, non so dire davvero il motivo della querela. Ma so che alcuni giornalisti su questa vicenda hanno dato una prova di superficialità”. (agg. di Silvana Palazzo)
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Milo Infante: “Lo Stato italiano si è arreso…”
Sul caso di Denise Pipitone e sull’iscrizione nel registro degli indagati di Milo Infante ci si attendeva una reazione da parte del conduttore di “Ore 14” nel corso della puntata andata in onda oggi pomeriggio su Rai Due, che però è arrivata solo parzialmente. Più nel dettaglio, Milo Infante ha asserito: “Ci sono tanti colleghi giornalisti, non soltanto ex magistrati, che parlano di Denise per avere un tornaconto personale e per avere visibilità. Non dimentichiamo mai che è scomparsa una bambina che da 17 anni manca l’abbraccio con i suoi genitori”.
E, ancora: “Ne parliamo perché pochi giorni fa e oggi è stato rilanciato da Piera Maggio e Piero Pulizzi un qr code che rimanda a una pagina stampabile, che si può attendere nei negozi. Qualunque cosa che possa aiutare Denise Pipitone a tornare a casa va fatta. In questo momento solo sua mamma e sua papà stanno cercando Denise. C’è anche l’avvocato Giacomo Frazzitta, ma lo Stato italiano si è arreso. E qui mi fermo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
Milo Infante, indagato giornalista Ore 14
Indagato Milo Infante, alla conduzione della trasmissione Ore 14 su Rai 2, ma non per il caso Denise Pipitone. Il giornalista segue ormai da diversi anni il caso della bimba scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo ed è molto vicino anche alla famiglia: con la mamma, Piera Maggio, negli anni è nato un rapporto d’amicizia oltre che professionale.
Il profilo di Milo Infante, da qualche settimana, figura nella lista degli indagati. A darne l’annuncio, proprio lui stesso attraverso il profilo Facebook: “Molti mi chiedono a che punto sono le indagini sul sequestro di Denise Pipitone. Temo ferme all’archiviazione disposta dal gip di Marsala su richiesta della Procura. Per contro invece posso dirvi che i giudici indagano chi Denise l’ha cercata con tutte le forze. Giornalisti, ex pm, e non solo… Se qualcuno pensa che sia sufficiente per fermarci sbaglia. Continueremo a cercare Denise”.
Piera Maggio difende Milo Infante
L’iscrizione nel registro degli indagati di Milo Infante ha portato stessa mamma della bambina scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004 a difendere il giornalista. Piera Maggio collabora da anni con il conduttore di Ore 14 e grazie al suo aiuto e a quello delle troupe Rai, continua a cercare la piccola. Proprio in seguito alla lettera della Procura di Marsala, la mamma di Denise Pipitone ha scritto sui social: “Coloro che hanno rapito Denise, hanno eluso la giustizia italiana. Alcuni ci sono caduti in pieno inconsapevolmente, altri per volontà propria e altrui. Tutto questo rimarrà una vergogna indelebile nella memoria di molti italiani. È dura, ma andremo avanti nella ricerca della verità e giustizia per Denise, come abbiamo sempre fatto”.
La donna aveva inoltre combattuto per la costituzione di una Commissione d’Inchiesta parlamentare per indagare sulla vicenda di Denise Pipitone e sulla sua sparizione. La commissione, però, non verrà costituita. Piera Maggio, comunque, non si arrende: “Fino a che non avrò una dimostrazione diversa, continuo a lottare per lei”.