Ci sono nomi importanti nella lista di testimoni che l’ex pm Maria Angioni ha chiamato nel processo che la vede imputata per false dichiarazioni nella vicenda della scomparsa di Denise Pipitone. Lo ha rivelato la stessa Angioni in una diretta Instagram sul profilo del blog _conoscere che l’ha intervistata dopo la prima udienza. Oltre a rivelare che questa è stata rinviata perché «Quarto Grado ha chiesto l’autorizzazione alle riprese del processo, a cui la procura si è opposta e che invece è stata data dal giudice monocratico», che ha ritenuto il processo di interesse pubblico, l’ex pm che ha condotto le indagini sul rapimento della bambina di Mazara del Vallo dall’ottobre 2004 al luglio 2005, ha confermato che i suoi legali hanno fornito alla Procura di Marsala una lista di 14 persone da chiamare a testimoniare il prossimo 10 gennaio.
Nella lista compaiono persone che, a detta di Maria Angioni, hanno manifestato in maniera spontanea la volontà di testimoniare. Comunque tra i testimoni compaiono ad esempio, Antonio Sfamemi, che all’epoca dei fatti era dirigente del commissariato di Mazara del Vallo, Stefania Letterato, all’epoca fidanzata e poi moglie di Sfamemi, e Gioacchino Genchi, che era consulente informatico della Procura di Marsala.
IL SOSPETTO DI UN CONFLITTO DI INTERESSI
Nel corso della diretta Instagram la dottoressa Maria Angioni ha ricordato quel clima di ostacoli e difficoltà in cui ha lavorato dopo la scomparsa di Denise Pipitone, ma anche confermato il sospetto di un conflitto di interessi dovuto al fatto che Stefania Letterato aveva intrattenuto con Anna Corona, una delle principali indiziate, uno scambio telefonico assiduo, per un totale di 1.233 contatti in un anno che si sono interrotti dopo la sparizione della bambina. Quindi, ci si chiede se Antonio Sfamemi era la persona più indicata per interrogare l’allora fidanzata e condurre le indagini sul rapimento di Denise Pipitone. Si è fatto poi riferimento al consulente Gioacchino Genchi che, come riportato sul Fatto Quotidiano da Morena Zapparoli (che ha preso parte alla diretta con Maria Angioni), «riferì che l’80% dell’insuccesso delle indagini e del mancato ritrovamento di Denise era ricollegabile al rapporto amicale e ai numerosi contatti fra Anna Corona e Stefania Letterato». Dichiarazioni per le quali fu querelato e poi archiviato.
DIRETTORE AISE TRA TESTIMONI CHIAMATI DA ANGIONI
Tra i testimoni indicati da Maria Angioni anche Giovanni Caravelli, attuale direttore dei servizi segreti. L’ex pm ha spiegato che all’epoca «ci fu anche la stranezza dell’intervento dei servizi segreti e io, come pubblico ministero, non riuscivo a controllare la situazione perché intorno c’erano elementi incontrollabili». Nell’elenco anche Antonino Silvio Sciuto, ex procuratore capo di Marsala, e Luigi Boccia, ex sostituto procuratore, entrambi tra i primi titolari dell’inchiesta con Angioni. Ma ha inserito anche periti, investigatori, membri della polizia giudiziaria, ex ufficiali dei carabinieri, nonché Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani, per le dichiarazioni rese a Ore 14 riguardo il coinvolgimento di magistrati e politici nei tentativi di insabbiamento di alcune intercettazioni.
«Ora nella veste di imputata devo difendermi ma nello stesso tempo posso capire esattamente quello che è successo, ho il diritto di sentire cosa diranno i testimoni e ho la possibilità di far emergere la verità per rendere giustizia a Denise e ai suoi genitori», ha assicurato Maria Angioni, secondo cui l’archiviazione delle indagini a carico di Anna Corona e Giuseppe Della Chiave non mettono la parola fine sulla scomparsa di Denise Pipitone.