Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, è stata ospitata da Mara Venier a Domenica In, dove ha parlato del suo nuovo libro, “Denise”. Sono passati quasi vent’anni da quando Piera venne ospitata per la prima volta nel salotto della Venier, dove raccontò della scomparsa della sua piccola figlia. “Non è facile”, racconta, “è quasi normale vedermi lottare, ma non è facile perché c’è troppo dolore dentro e ci sono cicatrici che non mi abbandoneranno mai, nel profondo del mio cuore”.
“Questo libro”, racconta la madre di Denise Pipitone, “l’ho scritto soprattutto sperando che arrivi tra le sue mani, farle vedere quello che c’è stato dietro alla sua ricerca e il perché di alcune scelte”. E Piera Maggio è sicura di una cosa, “finché non ci sarà una prova concreta che lei non c’è più, io continuerò a cercarla. In questi anni hanno fatto di tutto per distruggermi e non farmi andare avanti”, ma non vuole mollare. “Mi rivedo ancora quella ragazza di 19 anni fa, in tutto quello che ho dovuto subire e subisco. Io voglio andare avanti per sempre su busta vicenda e voglio della risposte. Ho chiesto una commissione d’inchiesta su tutti i bambini scomparsi, ed è stato presentato un disegno di legge”. Una necessità, per Piera Maggio, perché sostiene che “nessuno cerca Denise Pipitone se non noi, e vogliamo capire il perché, cosa è successo e cosa non è andato nelle ricerche, qual è la realtà”. (agg di Lorenzo Drigo)
Piera Maggio: “Senza Denise Pipitone sono una mamma a metà”
“Quella mattina la rimpiangerò per sempre“, racconta ancora Piera Maggio sulla scomparsa di Denise Pipitone, “perché stranamente non mi voleva lasciare. Ho preparato entrambi i figlio e li ho affidati a mia madre perché frequentavo un corso di informatica. Ricordo come fosse adesso che mi disse ‘mamma vieni presto’, tirai fuori la macchina dal garage e lei mi ha chiamato per un ultimo bacio. L’ho lasciata dicendo che la mamma tornava presto presto. Poi mi hanno chiamata alle 12:35 per dirmi che era successo l’incredibile”.
“Al di là di quello che alcuni avrebbero capito”, spiega Piera Maggio sulle prime ricerche di Denise Pipitone, “il nostro pensiero iniziale è stato cercare Jessica e la ex moglie di Piero, perché erano successe delle cose in precedenza che ci hanno fatto pensare ad un determinato filone. Quando lui è andato a cercarla presso i campi rom, è perché c’erano conoscenze e amicizie della famiglia precedente e si è rivolto direttamente lì. Non abbiamo pensato che fossero stati i rom, perché non vengono in una periferia per prendere la bambina di 4 anni quando per di più c’era l’altro bambino con lei”. Denise Pipitone, racconta ancora Piera Maggio, scomparve quando cercò di seguire il suo cuginetto, “ma lui è rientrato prima a casa. Solo che Denise non [lo seguì] per non disturbare la zia, è rimasta fuori ed è scomparsa“.
“Io non mi sono mai illusa più di tanto”, spiega Piera Maggio in chiusura, parlando delle varie piste su Denise Pipitone, “le prima volte era proprio una delusione enorme quando c’erano le segnalazioni che risultavano sbagliate. Man mano mi sono costruita una corazza perché sennò non ce la facevo. Ancora oggi ci spero con tutti il cuore, ma io e Piero vogliamo rimanere con i piedi per terra perché il dopo è devastante. Io sento che Denise c’è, ma sono sempre stata con i piedi a terra, anche se non smetterò mai di cercarla, fino a prova contraria. Sono una mamma a metà, ho un amore per Kevin ed uno per Denise, e spero che si possa mettere un punto a tutto ciò, ma ci devono aiutare e non smetterò mai di chiederlo. I bambini non scompaiono nel nulla, e questa è una delle più grandi vergogne italiane”. (agg di Lorenzo Drigo)
La scomparsa di Denise Pipitone
Dalla prima segnalazione di una guardia giurata a Milano fino all’appello di Piera Maggio a Matteo Messina Denaro per ritrovare Denise Pipitone: sono tante, tutte senza esito, le piste che negli anni hanno traghettato il giallo della bimba scomparsa da Mazara del Vallo (Trapani) dall’Italia all’altro capo del mondo. Segnalazioni, analisi di Dna e ipotesi si rincorrono da quasi 20 anni nella speranza di risolvere un mistero che affonda le radici nella tarda mattinata del 1° settembre 2004.
La battaglia di Piera Maggio attraversa Stati e continenti e continua senza sosta. Convinta che sua figlia vada cercata viva, fino a prova contraria, la madre di Denise Pipitone è assistita dall’avvocato Giacomo Frazzitta che, nel corso degli anni, non ha mai smesso di vagliare ogni possibile scenario dietro il rapimento della bambina. L’ultima pista emersa è stata quella del marzo scorso, relativa a una segnalazione su una giovane rom a Roma il cui esame del Dna, però, ha dato una risposta negativa.
Il video di Danàs: era Denise Pipitone?
Uno degli avvistamenti più importanti, per contenuti e tempistica, fu quello fatto dalla guardia giurata Felice Grieco a Milano, poche settimane dopo la scomparsa di Denise Pipitone. Nell’ottobre 2004, l’uomo, in servizio davanti a una banca del capoluogo lombardo, filmò con il telefonino una donna rom e una bimba che veniva chiamata “Danàs”, ma non potè fermarle in attesa che la polizia arrivasse sul posto su sua segnalazione. A insospettire Grieco sarebbe stato non solo il nome, che richiama quello di Denise, ma anche il fatto che la piccola avesse un accento marcatamente del sud e compatibile con quello della minore scomparsa.
Grieco non ha mai nascosto di vivere nel rimorso per non aver fatto di più per trattenere la piccola in attesa che arrivassero gli agenti. “Sono convinto che potesse trattarsi di Denise Pipitone“, ha ripetuto davanti alle telecamere nel corso degli anni. Nelle sequenze del video che girò con il cellulare, Grieco riuscì a registrare la voce della bambina, incappucciata, mentre rispondeva “Dove mi porti?” alla misteriosa donna che, fuori campo, la chiamava “Danàs”. Ad alimentare l’ipotesi che potesse trattarsi realmente di Denise Pipitone, anche un segno particolare sul viso della piccola indicata dalla guardia giurata: una specie di cicatrice simile al graffio che Denise aveva sulla guancia al momento della sparizione.
Le piste sul giallo di Mazara del Vallo, Denise Pipitone dal Marocco alla Russia…
Il giallo di Denise Pipitone è stato oggetto di numerose segnalazioni e false piste tra l’Italia e il resto del mondo, dal Marocco alla Tunisia, fino ad arrivare in Russia. Un fiume in piena di presunti avvistamenti che, finora, non ha mai portato a nulla di concreto per arrivare al suo ritrovamento. Denise Pipitone, negli anni, è stata al centro di ipotesi che attraversano l’Italia e molti altri Stati, da Verona a Cremona, passando per Bologna e Latina, poi a Potenza e Scalea, poi in Valtellina fino a superare il mare e toccare anche Paesi come la Grecia.
Più recentemente, nel 2021, si è registrato uno dei momenti più eclatanti tra le piste battute nelle indagini sul mistero. Si tratta della vicenda di una giovane russa, Olesya Rostova, e dell’ipotesi poi sfumata che potesse essere Denise. Il caso, sollevato da una telespettatrice a Chi l’ha visto?, convinta della somiglianza con Piera Maggio, si è spento dopo un circo mediatico andato in onda nella tv russa e precisamente nel programma Lasciali parlare, format che avrebbe voluto tenere tutti sulle spine, per più puntate, prima di svelare l’esito del Dna. Soltanto la determinazione dell’avvocato Frazzitta, per nulla disposto a piegarsi a spietati giochi di audience, ha permesso di arrivare alla certezza che non si trattava di Denise Pipitone premendo per conoscere il gruppo sanguigno prima di ogni altra azione volta ad accertare l’identità della ragazza.