Denise Pipitone è scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) la mattina del 1° settembre 2004. Mancavano poche settimane al suo quarto compleanno, nata il 26 ottobre 2000 dall’amore tra Piera Maggio e Pietro Pulizzi. La piccola è sparita nel nulla mentre si trovava davanti alla casa della nonna materna e ancora oggi, 18 anni dopo l’inizio del giallo, il caso resta irrisolto. Dov’è finita Denise Pipitone? La famiglia, impegnata in una battaglia per avere verità e giustizia lunga quasi due decenni, nel tempo ha ricevuto diverse segnalazioni e sono tante le piste poi sfumate in favore di un’amara realtà: della piccola non c’è traccia.
La storia di Denise Pipitone è diventata un caso internazionale. Numerosi i presunti avvistamenti in giro per il mondo, dalla Russia – da cui è arrivata la segnalazione più recente con la vicenda Olesya Rostova – alla Francia, passando per vari angoli d’Italia tra cui Milano. Proprio nel capoluogo lombardo, poco tempo dopo la scomparsa, una guardia giurata in servizio presso una banca aveva visto e filmato una bimba che sarebbe ritenuta molto somigliante alla minore. Nel video, una bambina con un cappuccio in testa guarda in direzione di una donna – indicata dal testimone come parte di un gruppo di rom – che la chiama “Danàs” e la piccola risponde: “Dove mi porti?”. Quella che sarebbe stata poi definita come la pista più interessante, però, non si sarebbe potuta approfondire perché nessuno ha fermato il gruppo di persone che era insieme alla minore protagonista di quelle sequenze.
Chi è Denise Pipitone, scomparsa a Mazara del Vallo nel 2004
Denise Pipitone è la secondogenita di Piera Maggio, frutto della sua relazione con Pietro Pulizzi. La madre di Denise Pipitone l’ha avuta dopo Kevin, primo figlio nato dal matrimonio con Toni Pipitone. Prima che Piera Maggio e Pietro Pulizzi iniziassero il loro legame sentimentale, l’uomo era stato sposato con Anna Corona e dalla loro unione sono nate due figlie, Alice e Jessica Pulizzi. Il nome di quest’ultima e della madre sarebbero poi finiti prepotentemente alla ribalta nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone. La posizione di Anna Corona è stata archiviata e Jessica Pulizzi, finita a processo nel 2017 con l’accusa di concorso nel sequestro della sorellastra, è stata definitivamente assolta.
Sul sito web cerchiamodenise.it, dedicato al caso della piccola di Mazara del Vallo, oltre alla cronaca della sparizione della bambina c’è anche una precisazione: “Il cognome di Denise viene dato dall’allora marito della sig.ra Maggio (rapporto matrimoniale conclusosi sentimentalmente nonostante vivessero nello stesso nucleo familiare). Poiché subito dopo il sequestro le indagini erano state avviate a livello nazionale e internazionale con il cognome Pipitone, non si è proceduto alla modifica con quello del padre naturale per evitare ulteriore confusione nelle ricerche già avviate”.
La battaglia di Piera Maggio per Denise Pipitone
Piera Maggio non ha mai smesso di cercare la sua Denise. Da anni combatte per arrivare alla verità sul rapimento della figlia e spera di riabbracciarla, nonostante le numerose delusioni incassate dalle piste emerse negli anni e poi rivelatesi inutili a risolvere il caso. Al suo fianco Pietro Pulizzi e l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della donna fin dalle prime battute della vicenda.
La storia di Denise Pipitone ha assunto portata internazionale, complici le numerose segnalazioni in arrivo da varie parti del mondo dal 2004 ad oggi. L’ultima in ordine di tempo è quella che ha acceso l’attenzione su una giovane donna in Russia, Olesya Rostova, dopo la segnalazione di una telespettatrice a Chi l’ha visto? sulla sua presunta somiglianza con Piera Maggio. Dopo settimane di circo mediatico da parte della televisione russa – che ha tenuto sulle spine il pubblico prima di svelare il risultato del test del Dna – anche questo scenario è sfumato in un’altra cruda realtà: Olesya Rostova non è Denise Pipitone.
La scomparsa di Denise Pipitone
La piccola Denise Pipitone è sparita nel nulla dal marciapiede davanti alla porta di casa in via Domenico La Bruna, a Mazara del Vallo. Quella mattina, la bambina si trovava dalla nonna materna mentre la madre era via per seguire un corso di informatica. La scomparsa sarebbe avvenuta intorno a mezzogiorno: Denise Pipitone, rincorrendo un cuginetto, avrebbe svoltato l’angolo della strada e, in pochi istanti, sarebbe iniziato un giallo dai contorni inquietanti.
Un mese e mezzo dopo la scomparsa, il 18 ottobre 2004, un gruppo di nomadi – un uomo, due donne e tre bambini – avrebbe attirato l’attenzione di una guardia giurata in servizio davanti a una banca di Milano. Tra loro una bambina che sarebbe stata particolarmente somigliante a Denise Pipitone, la testa coperta da un cappuccio e, secondo la ricostruzione, un graffio sulla guancia simile a quello che la piccola aveva al momento della scomparsa. Il gruppo si sarebbe allontanato prima dell’arrivo della Polizia allertata dalla stessa guardia giurata. La sola traccia che resta è in un video di pochi secondi, immagini che hanno fatto il giro delle cronache e che ancora oggi sembrano essere la testimonianza più concreta in un mare di interrogativi senza risposta.