Denise Pipitone continua ad essere scomparsa nel nulla. Da più di 18 anni la bimba di Mazara del Vallo è letteralmente sparita, ma i fari sulla vicenda non si sono mai spenti. Ieri Quarto Grado è tornato ad occuparsi dell’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone cercando di fare un po’ di chiarezza su alcuni aspetti che non quadrano della vicenda, a cominciare dai presunti ritardi nel lanciare l’allarme. Il talk di Gianluigi Nuzzi parla di ben 38 minuti in cui di fatto nessuno ha fatto nulla o comunque si poteva fare di più, e a confermare il tutto è stato anche il papà di Denise, Tony Pipitone: “Quando sono arrivato a casa non vi era ancora nessun allarme – ha raccontato dinanzi alle telecamere di Quarto Grado – era tutto tranquillo, niente faceva presagire una cosa del genere”.



E ancora: “Mi sono seduto, potevano essere le 12:15 e da allora si è cominciato a sentire che Denise fosse sparita, cosa sta succedendo? L’allarme non è stato dato alle 12 meno 10, non è vero niente!”. Particolari sono anche le rivelazioni di Umberto Mendola, un investigatore privato che era stato assunto dalla famiglia di Denise Pipitone qualche mese dopo il primo settembre 2004, il giorno della scomparsa, e che racconta delle verità per certi versi clamorose: “Ad alcuni mesi dalla scomparsa – le parole in esclusiva a Quarto Grado – ho iniziato a fare accertamenti e indagini. L’incarico è durato circa e o 4 mesi, abbiamo valutato varie piste fra cui quella tunisina ma non trovammo nessun riscontro, neanche il passaggio della bimba. Io escludo che sia mai andata fuori dalla Sicilia”.



DENISE PIPITONE, L’INVESTIGATORE MENDOLA: “ESCLUSI LE PISTE TUNISIA E MAFIA”

“C’è stata una grande confusione anche tra gli appariti investigativi all’epoca e anche purtroppo qualche errore. Una delle fotografie che fu presentata alla procura di Marsala, quella dell’1 settembre 2004, non aveva la tipicità dell’1 settembre 2004 che era una giornata di mercato rionale, avrebbe dovuto avere le tendepoli”. In seguito si è scoperto che la foto fosse stata presa da internet.

“Da alcune informazioni che io ebbi – ha continuato Mendola parlando del caso di Denise Pipitonel’ultima volta la bimba la videro qualche giorno prima dell’uno settembre del 2004, posso confermare senza ombra di dubbio che non c’entra la pista tunisina ne quella della mafia”. Poi l’investigatore ha concluso: “Le risultanze di ciò che io ho scoperto non sono piaciute a chi mi ha commissionato l’incarico e quindi si è rotto immediatamente il canale di comunicazione.La verità? non posso rispondere a questa domanda”.