Il pm Maria Angioni è tornata anche oggi ospite in collegamento con la puntata di Ore 14, il programma di Milo Infante in onda su Rai2, per commentare il caso Denise Pipitone. Ricordiamo infatti che la dottoressa Angioni condusse la prima fase delle indagini sulla piccola Denise Pipitone rivelando proprio alla trasmissione di Rai2 alcuni aspetti dell’inchiesta che non convinsero e che dovrebbero essere ancora chiariti a distanza di anni. Il pm ha esordito facendo subito una precisazione che riguarda la giustizia italiana, asserendo: “E’ giusto che le persone offese chiedano di più allo Stato, ma vorrei ricordare che lo Stato siamo noi e ogni persona delle istituzioni cerca di fare del suo meglio”. La stessa ha voluto ricordare le difficoltà con le quali i magistrati italiani sono chiamati a lavorare partendo dalla sua stessa esperienza e chiedendo maggiore dignità.
Tornando al caso di Denise Pipitone, si è tornati a parlare di una delle intercettazioni che a detta del pm andrebbe riesaminato: “Non si è visto chi fossero le persone che parlavano perchè la telecamera fu spenta il giorno prima e il tecnico aveva ricollegato una delle voci ad una persona a noi nota e che rientrava nelle indagini in una percentuale non soddisfacente”, ha spiegato. A suo dire non si sarebbe potuto andare avanti solo sulla base di meri sospetti, ma le indagini non portarono a nulla.
DENISE PIPITONE RAPITA DALLA MAFIA? PARLA LA PM ANGIONI
La pm Angioni ha ripercorso alcuni aspetti dell’indagine di Denise Pipitone sottolineando le difficoltà con cui si è svolto il suo lavoro. Lei si aspetta la telefonata di un collega della procura competente in cui possa chiederle dei chiarimenti sulle sue dichiarazioni? “No, non me lo aspetto perchè i dati di conoscenza che vi ho trasmesso non sono ignoti. Quando io sono andata via ho fatto un passaggio di consegne ai colleghi. Quello che ho raccontato non era una cosa segreta, si tratta di problemi di cui si è sempre parlato in procura e che sono emersi nel corso del processo”. Questo fa forse traballare la fiducia nei confronti della magistratura? Anche in merito alla vettura sulla quale Denise potrebbe essere stata portata via, la dottoressa Angioni ha commentato: “A Mazzara c’erano dei professionisti che portano via Denise, erano di alti livelli, un livello inusuale. Io ho chiesto aiuto alla Dda di Palermo. Io non posso dire tanto, non era il contesto normale, era pesante, ho sempre detto che era un gioco pesante”.
L’OMBRA DELLA MAFIA “UNA VENDETTA”
Se davvero il sequestro di Denise Pipitone fosse stato organizzato dalla criminalità organizzata, l’intento sarebbe stato dunque quello di mandare un messaggio a qualcuno? “Sì”, ha replicato la dottoressa Angioni. “Secondo me è stata fatta una punizione a una donna, Piera Maggio, e alcune persone non ritengono che sia molto brutto quanto successo ma penso che ritengano che sia giusto che Piera Maggio sia stata in qualche modo punita”, ha aggiunto. Il riferimento sarebbe alla sua relazione extraconiugale. Dunque Denise Pipitone rapita dalla mafia? “L’obiettivo era prendere una bambina e punire la madre”, ha commentato Roberta Bruzzone ospite in collegamento, “l’obiettivo era punirla nella maniera più terribile possibile”. “Alcune delle famiglie coinvolte in questa vicenda hanno contatti, familiari e altro con personaggi della mafia”, ha spiegato ancora la pm. “Io ho trasmesso alcune informazioni alla Dda poi quello che sia successo non ho idea”. La sua idea è che ci sia una vendetta, che non consiste necessariamente nell’uccisione della bambina ma nel portarla via per sempre.