L’imprenditore italo-americano Tony Di Piazza offre 50mila dollari a chi può contribuire in maniera concreta alle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone. Ieri infatti sono state aperte le indagini dalla Procura di Marsala, ma non per cercare la bambina, bensì per depistaggio. Lo precisa “Ore 14” che ha raccolto il commento di Alberto Di Pisa, ex procuratore capo di Marsala. «Ammesso che si accerti che sia stato fatto un depistaggio con dolo, qui sembra che si tratti di negligenza forse della polizia, ma dopo 17 anni è tutto prescritto. Non c’è reato di depistaggio, ma di abuso di ufficio o calunnia che si prescrive dopo sei anni». Inoltre, in merito all’eventuale nuova inchiesta sulla scomparsa, ha spiegato: «Può avere un senso se c’è un fatto rilevante, cioè se qualcuno dice una cosa che all’epoca non fu detta, ma se la situazione resta immutata a che serve una nuova indagine?». In collegamento l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, che ha replicato: «È ritornato così come lo conoscevo. Noi festeggeremo solo quando qualcuno parlerà e dirà dove si trova Denise Pipitone».
Il legale chiede che si aprano le menti, non le indagini, perché solo rompendo il muro di omertà possono esserci davvero sviluppi. «La mano è a Mazara del Vallo, non possiamo che cercarla lì. Altrove potrebbe essere passata successivamente», la precisazione di Frazzitta.
DENISE PIPITONE, LA RICHIESTA DELL’AVVOCATO FRAZZITTA
L’avvocato Giacomo Frazzitta ha poi ricordato i testimoni che hanno affrontato le deposizioni in maniera “leggera” nel 2004. «Non posso negare, una volta sono andato via dall’aula perché non mi ritenevo tutelato nella mia funzione di avvocato. Sono accaduti fatti obiettivamente incresciosi. Non ho mai visto certe cose in altri processi», ha ammesso il legale a “Ore 14”. Inoltre, ha precisato che quei testimoni oggi potrebbero essere risentiti. «Il caso è ancora aperto, Denise Pipitone non si trova, quindi potrebbero essere ascoltati con un approfondimento ulteriore e più preciso», ha proseguito l’avvocato Frazzitta, aggiungendo che sarebbero circa 80-100 i testimoni del caso. «Un buon 80% ha dato risposte fumose. Molti aspetti possono essere chiariti. Io potrei svolgere la mia funzione con le indagini difensive, ma in questo momento non lo reputo opportuno». Secondo il legale la Procura può risentire i testimoni ed eventualmente contestare quanto dichiarato precedentemente. Ma ha voluto fare chiarezza su un aspetto: «Questo non per processare Jessica Pulizzi. Io sono il suo primo difensore, nel senso che non può essere più processata, dobbiamo lasciarla in pace».