Nel corso dell’ultima puntata di Chi l’ha visto, durante la lunga parentesi dedicata al caso della scomparsa di Denise Pipitone, è stata trasmessa l’intervista ad un misterioso uomo che ha preferito non rendere nota la sua identità e che ha riferito una serie di particolari circostanze sul conto di Claudio Corona, fratello di Anna Corona nonché zio di Jessica Pulizzi. La stessa Federica Sciarelli ha parlato di “una testimonianza molto forte” da parte dell’uomo “che abbiamo dovuto oscurare” e che dice di aver conosciuto bene Claudio. Le parole del misterioso testimone sembrerebbero confermare le dichiarazioni dell’ex pm Angioni secondo la quale la famiglia Corona godeva della protezione della polizia. Stando alle parole dell’uomo, descritto dallo stesso programma come un collaboratore di giustizia, il Corona avrebbe avuto dei contatti nelle forze dell’ordine.
Alla trasmissione di Rai3, pur non mostrandosi in volto avrebbe detto, come riferisce Ultimenotizieflash.com: “Ci sono state tante retate nelle discoteche, per risse o sostanze. La maggior parte delle volte di queste retate, in un modo o nell’altro Claudio non veniva preso. Mi ricordo che ogni volta lui e noi che eravamo insieme uscivamo pochi istanti prima che arrivasse la Polizia”. In una circostanza, ha raccontato, “Una volta noi eravamo dentro, siamo usciti, la Polizia non ci ha nemmeno guardato. Tu fai una retata e fai uscire alcune persone? Questa è una protezione vera e propria per i Corona. Aveva il rispetto, la frequentazione con personaggi malavitosi di un certo calibro”, ha aggiunto.
DENISE PIPITONE, TESTIMONE PARLA DI CLAUDIO CORONA E DELLA SORELLA ANNA
C’è anche una coincidenza particolare resa nota dal testimone ai microfoni di Chi l’ha visto e relativa ad un momento successivo alla sparizione di Denise Pipitone: Claudio Corona sostenne che non aveva rapporti con la sorella Anna ed a tutti diceva che avevano litigato ma in realtà i due fratelli erano soliti incontrarsi di nascosto: “Non si telefonavano perché sapevano di avere i telefoni sotto controllo perché qualcuno li aveva avvisati. Venivano avvisati anche se venivano messe microspie o telecamere. Ricordo sempre che aveva un’attrezzatura che trovava le microspie”. In particolare il testimone ha riferito di un episodio molto importante. Una sera si recò a casa di Claudio. Dopo essere andato via, ricordandosi di dovergli ancora dire una cosa, l’uomo spiegò di essere tornato indietro e di avere ascoltato una conversazione: “Ho sentito che lui parlava con Anna, litigavano e lui diceva ‘ricodda chiddu chiu fici pittia, ricorda chiddu chi nu’attri ficimu’, cioè ‘ricorda quello che ho fatto per te, ricorda quello che abbiamo fatto’”. Parole che potrebbero oggi essere lette sotto un’altra ottica.