Anche se può sembrare assurdo, in alcuni casi il dentifricio potrebbe risultare detraibile. Partiamo da una premessa molto importante: per poter beneficiare della misura fiscale occorre dimostrare che il prodotto sia di natura farmaceutica (e non da parafarmacia).
I dentifrici sono dei prodotti che se è pur vero idonei all’igiene dentale e quindi alla cura di persona allo stesso tempo non possiamo classificarli come dei veri e propri “prodotti da farmacia”.
Dentifricio detraibile dal 730: ma quando?
Un dentifricio di norma non è detraibile dal 730. Come abbiamo già spiegato possiamo parlare di detrazioni fiscali quando un prodotto è classificato “farmaceutico”. E come si può riconoscere? Ecco le sigle a cui dobbiamo prestare attenzione per poterlo definire tale (ne sta una tra le altre elencate):
- OTC: il significato letterale è over the counter e li classifica come farmaci da banco.
- SOP: vengono rappresentati quei farmaci senza prescrizione medica per poter essere venduti.
- F.co: sigla che fa riferimento ad un farmaco.
- Med.le: sigla generica per indicare un medicinale.
- Farmaci di fascia C
- Diciture varie come galenico, omeopatico, officinale, ecc.
Un altro metodo per poter identificare la natura del prodotto (farmaceutico o da parafarmacia) è individuandone il codice. Se si inizia con A0 allora si tratta di un farmaco mentre A9 è un parafarmaco. Ecco invece alcuni alcuni dispositivi medici comuni:
- Siringhe;
- Lenti a contatto;
- Cerotti e garze;
- Termometri;
- Tutori ortopedici.
Tornando a parlare della detraibilità del dentifricio, seppur di norma non è un prodotto farmaceutico e quindi non spetterebbe il benefit fiscale, alcuni brand più famosi come Tantum Verde, Gum, Sensodyne, Parodontax, Biorepair, e Elmex permettono il rimborso fiscale.
Naturalmente ogni prodotto deve contenere le sigle CE che si riferiscono alla conformità del prodotto europeo. Come prova d’acquisto anche per i dentifrici che rientrano nella detrazione vanno conservati gli scontrini fiscali.