Nella periodica graduatoria della fiducia nei ministri che appare sui media c’è una novità interessante. Nell’ultima rilevazione, curata dall’Istituto Piepoli, e pubblicata sul quotidiano il Messaggero nei giorni scorsi, fra conferme e qualche sorpresa, si fa notare l’avanzata del ministro del Lavoro, Marina Calderone, passata in pochi mesi dal fondo della classifica alla top ten. A prima vista un risultato non scontato. Non appare molto, non partecipa ai talk show e rilascia interviste con il contagocce. Nello stile dei tecnici indipendenti, non entra nelle polemica politiche ma tiene un profilo sobrio e si concentra sul lavoro e sui risultati.



In pochi mesi a via Veneto il ministro è riuscito a concretizzare una lunga serie di provvedimenti: sostegno all’autosufficienza degli anziani, revisione del Reddito di cittadinanza, interventi sulle politiche attive, misure per la Semplificazione Amministrativa, approvazione del Decreto Trasparenza e infine una riforma dei contratti a termine. Ai più questi interventi riformatori diranno poco, ma tra imprese, professionisti e addetti ai lavori vengono considerati interventi di grande impatto, attesi da lungo tempo, in ambiti su cui nessun ministro era riuscito a intervenire efficacemente.



Non solo soluzioni di sistema ma anche risposte veloci alle necessità immediate. Come per esempio l’Ammortizzatore sociale unico emergenziale, che in pochi giorni ha messo in condizione le aziende alluvionate della Romagna di presentare le domande in modo semplice e l’Inps di essere pronta a liquidare i sussidi ai lavoratori.

In poche parole, il ministro Calderone mostra un mix di sobrietà comunicativa e pragmatismo amministrativo. È forse proprio questo che piace agli italiani. Non resta che augurarsi che questo stile possa fare proseliti.

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