Un ex parlamentare ancora addentro alle cose berlusconiane ci racconta così questo lunghissimo tramonto del patriarca del centrodestra: “Silvio alle ultime elezioni ci ha chiesto un passo indietro, e molti di noi lo hanno fatto, pensando che fosse un modo anche per lui di tirare i remi in barca. Macché, quando l’ho visto mi ha ringraziato, perché tirandomi via aiutavo la sua permanenza in scena con una nuova squadra”.



L’onorevole trombato è rimasto accanto al Cavaliere, e bonariamente riassume così la situazione: “Silvio non farà mai passi indietro, né di lato, né sopra, né giù; non cerca delfini, eredi, secondi; sarà fino all’ultimo sul podio e il duo Toti-Carfagna servirà solo a guadagnare tempo”.

Per fare cosa? Un accordo meno al ribasso con Matteo Salvini. Con i sondaggi circolanti Forza Italia porta a casa ben pochi seggi. Il Capitano ha già notificato ad Arcore le clausole di alleanza in caso di elezioni: vuole una Forza Italia rinnovata, il che significa fuori dalle liste i vari Romani, Brunetta, Gelmini e via elencando i notabili più ingombranti. Berlusconi ha rassicurato tutti, ma è il primo a sapere che non ci sarà spazio. E non è tipo da mollare l’esercito per salvare se stesso e i generali: “Questo almeno glielo riconosco anche io – sussurra un vecchio Dc sempre a sinistra come Beppe Fioroni -, a differenza di noi che ci inventiamo le rottamazioni, Berlusconi ha sempre assicurato continuità alla sua classe dirigente”.



Cosa inventerà, dunque, il Cavaliere per moltiplicare i seggi? Qualche bene informato invita a osservare i movimenti di uno storico sodale di Berlusconi, l’inossidabile Dc Gianfranco Rotondi, in apparenza sempre fuori squadra, ma in sostanza legato a doppio filo a Berlusconi, che lo volle addirittura ministro.

Negli ultimi mesi Rotondi attacca ogni giorno Salvini, apre chiude e riapre quel suo circolo di amici che pomposamente chiama partito. Nel solo mese di luglio Rotondi annuncia la presentazione alla Camera della nuova fondazione Dc e a fine mese la presentazione della nuova Discussione nientemeno che al teatro Brancaccio con cena buffet per quattrocento persone.



“Iniziative personali di un deputato per cui il presidente ha simpatia, ma nessun collegamento con FI” spiegano con gentilezza al centralino di Arcore. Intanto, però, la tela rotondiana si ingrossa e pochi credono che sia farina, e soprattutto risorse economiche, del suo sacco.

“Due sono le ipotesi: o Rotondi ha trovato un tesoro – spiega un berlusconiano sotto garanzia di anonimato – o il presidente l’ha incaricato di allestire l’arca di Noè per salvare i naufraghi del rinnovamento forzista ordinato da Salvini”.

Un classico berlusconiano: Forza Italia al governo con Salvini, e un suo doppione in zona centro-sinistra. Come ai bei tempi della Prima Repubblica, quando le delegazioni parlamentari della Fininvest sedevano nei gruppi del Psi, ma anche della Dc e dei suoi alleati minori.