Il 2022 è stato un anno di crescita straordinaria per il fotovoltaico italiano: lungo la Penisola sono stati allacciati poco più di 200mila impianti, contro i circa 80mila dell’anno precedente. Era da oltre 10 anni che il settore non registrava una accelerazione così decisa.

La nuova potenza fotovoltaica installata è stata di 2,5 GW con un incremento pari a +164%, ampiamente superiore al +35% del fotovoltaico a livello globale.



Con questi risultati l’Italia è tornata nell’élite mondiale dell’energia solare da cui era assente da tanti anni. Il nuovo scenario ha fatto impennare l’attrattività del mercato italiano, che in questo momento sta richiamando tanti produttori e investitori, come non si vedeva da tempo. A dare una spinta così forte al mercato hanno contribuito diversi fattori concomitanti, ma quello che ha inciso di più è stato certamente il caro bollette. Il fotovoltaico si è proposto l’unica soluzione a portata di mano per chi cercava un modo di tagliare la spesa per l’energia elettrica in tempi ragionevoli.



Del resto, il caro bollette ha reso evidente al grande pubblico un primato che gli addetti ai lavori conoscevano da tempo: già nel 2020 l’International Energy Agency, a introduzione del suo consueto rapporto annuale, aveva indicato la fonte fotovoltaica come “costantemente più economica delle nuove centrali a carbone o a gas” e capace di generare “elettricità con il costo più basso mai visto”, attribuendo all’energia solare il titolo di “new king of electricity”. E da allora la convenienza del fotovoltaico rispetto altre grandi fonti di energia elettrica non ha fatto altro che aumentare.



Lo hanno sperimentato con soddisfazione molti imprenditori che proprio grazie all’energia proveniente dall’impianto installato sul tetto del “capannone” hanno potuto sterilizzare gli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica che hanno messo in ginocchio tante aziende. Proprio all’industria è andata una fetta importante dei nuovi impianti realizzati nel 2022, seconda sola al residenziale (che in parte ha beneficiato anche dell’effetto superbonus).

Nonostante questo importante balzo in avanti, il peso della fonte solare sul mix energetico italiano relativo all’energia elettrica ha ancora tanta strada da fare. Nel 2022 la fonte solare ha coperto il 10% della produzione totale italiana di energia elettrica, con un piccolo balzo in avanti pari a 1,2 punti percentuali. Paradossalmente, nell’anno dell’emergenza gas, proprio quest’ultima fonte ha aumentato ancora di più il proprio peso nel mix, assieme al carbone, mentre la fetta dell’idroelettrico crollava a causa della siccità che ha svuotato i bacini.

Insomma, la transizione energetica resta più negli auspici (spesso insinceri) e nei documenti che fissano gli obiettivi comunitari, mentre nella realtà il gas non sembra intenzionato a cedere la propria leadership e anzi continua a rafforzarla nonostante l’emergenza energetica dello scorso anno abbia mostrato quali siano le nefaste conseguenze di un eccessivo sbilanciamento del mix su una solo fonte, di cui l’Italia non dispone liberamente.

La fonte solare, invece, avrebbe la possibilità di accelerare ancora di più la sua crescita. Basti pensare che, mentre in questo momento in Italia ci sono 25 GW di potenza fotovoltaica installata, altre richieste di connessione in alta tensione per 120 GW sono bloccate dagli iter autorizzativi (dati Terna al 31 gennaio 2023). Anche ipotizzando che sia realizzabile solo un terzo di queste richieste di connessione, significherebbe poter triplicare potenza e produzione dell’energia solare in Italia, con enormi benefici per la spesa e anche l’indipendenza energetica del Paese.

Vedremo nei prossimi mesi se il Governo saprà intervenire in questa impasse autorizzando la realizzazione dei tanti impianti che hanno le carte in regola. Ma per il momento l’industria italiana del fotovoltaico (che si è riunita a Rimini dal 22 al 24 marzo per la fiera K.EY) si gode i risultati del recente boom e i benefici che comporta il fatto di essere tornata tra i leader mondiali, ad esempio quello di poter godere di una corsia preferenziale per le forniture di moduli e inverter, merce non sempre disponibile in quantità sufficiente a soddisfare la domanda crescente a livello globale.

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