Chi nei giorni pasquali ha incontrato Silvio Berlusconi nelle stanze di terapia intensiva del San Raffaele lo ha descritto come un leone in gabbia. Smanioso di tornare a casa, per nulla rassegnato a fare un passo indietro dal proscenio del la politica. Lui conta di tornare in campo ai primi di maggio, alla convention su cui sta lavorando Antonio Tajani, eppure il suo nuovo ricovero e la patologia severa che gli è stata diagnosticata hanno messo in fibrillazione l’intera politica nostrana.
L’eventualità di un’uscita di scena del fondatore di Forza Italia preoccupa, e non poco, Palazzo Chigi. Alla vigilia di Pasqua Giorgia Meloni ha usato parole chiare con il capogruppo alla Camera, il rieletto Paolo Barelli: “Ho bisogno di voi, al governo serve che il vostro partito sia stabile”.
E se la premier insiste sul concetto della stabilità è perché proprio pochi giorni prima del ricovero del Cavaliere Forza Italia ha conosciuto l’ennesimo ribaltone, con il ridimensionamento di Licia Ronzulli e la sostituzione del suo fedelissimo Alessandro Cattaneo alla guida dei deputati proprio con Barelli. Un’operazione avvenuta con la regia di Marta Fascina, compagna di Berlusconi, e la figlia maggiore Marina, che ha ridato centralità all’asse storico Tajani-Gianni Letta-Confalonieri. Un’ala governista che guarda più alla Meloni che non alla Lega.
Il ribaltamento di forze è stato tanto fulmineo e netto da innescare voci di scissioni o esodi verso altri lidi. Scenari che tutti oggi si affrettano a smentire, in primis proprio la Ronzulli, che professa assoluta fedeltà al fondatore di Forza Italia. C’è però una frase del capogruppo giubilato, Cattaneo, che suona piuttosto sinistra: “Forza Italia è Berlusconi, non riesco a vederne altre senza di lui, che è insostituibile”. Parole che fanno immaginare un big bang nel momento dell’eventuale uscita di scena del Cavaliere. Oggi nessuno parla di congresso, perché gli azzurri quasi certamente non sarebbero in grado di superarlo uniti, neppure con il loro leader ancora in campo; ma il problema esiste.
Dove potrebbero andare gli orfani del Cav? Probabilmente in tutte le direzioni. Verso Fratelli d’Italia, la Lega, l’area moderata, ma qualcuno anche verso il terzo polo, anche se l’appeal di Renzi sembra decisamente in calo. Ma che il rischio sia quello dello sfaldamento lo pensano in molti, anche se non tiene forse abbastanza conto del ruolo che può giocare la famiglia Berlusconi, che sin qui è stata la principale fonte di finanziamento del partito. Stiamo parlando di contributi per 110 milioni negli ultimi dieci anni, sino alle ultime settimane. Nessuno può escludere una discesa in campo di uno dei figli, con Marina che probabilmente sarebbe l’unica in grado di farlo, anche se forse non con lo stesso carisma del padre.
Dalle parti di Palazzo Chigi si scommette che la Lega non sia particolarmente interessata a imbarcare transfughi, visto il deciso ridimensionamento di posti a disposizione che il Carroccio ha conosciuto. Per Meloni sarebbe certo preferibile che il grosso rimanesse compatto. Forza Italia è la principale rappresentante in Italia del Partito popolare europeo, partner fondamentale per i conservatori europei guidati dalla Meloni per ribaltare fra un anno le alleanze, puntando su una intesa Ppe-Conservatori che releghi i Socialisti all’opposizione, a Bruxelles e a Strasburgo.
Non sarà quindi Meloni ad accelerare il processo del post-Berlusconi. Anzi la premier è la più interessata al ritorno del leader di Forza Italia al suo posto. Lei, se si muoverà con accortezza, potrebbe essere comunque la leader destinata a incassare i dividendi più significativi.
Illuminante il giudizio di Pierferdinando Casini, uno che il Cavaliere lo conosce bene. Secondo l’ex presidente della Camera il centrodestra oggi è Giorgia Meloni. E visto che in politica l’eredità si prende, non si riceve, è lei che si è già presa l’eredità politica di Berlusconi, cioè la guida del fronte moderato. Certo, i moderati non devono essere spaventati con eccessi di estremismo, poi la formula è abbastanza irrilevante. Chi oggi vota Forza Italia ben difficilmente uscirà dal perimetro del centrodestra.
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