Sono “invisibili”, le cronache non parlano di loro, la politica se ne interessa marginalmente. Ma alla fine sono gli elettori dell’America profonda, quella degli Stati centrali, che hanno deciso le elezioni. E il fatto che la vittoria di Trump sia stata molto più nitida di quello che dicevano i sondaggi, spiega Carlo Buttaroni, sondaggista e presidente di Tecnè, è dovuto anche a questo: anche nel sistema delle rilevazioni quella parte di elettorato in realtà non viene considerata. In sintesi, i numeri del voto dicono che Trump ha convinto molte categorie di elettori, ma anche in quelle dove la sua avversaria ha prevalso è riuscito comunque a erodere il gap che in passato era molto più consistente. Il criterio che ha guidato l’elettorato è stato principalmente quello economico: le famiglie medie si sono fatte i conti in tasca e hanno visto che la situazione con Biden per loro era peggiorata.



Perché anche stavolta nessuno aveva capito che Trump poteva vincere con questo scarto?

Il punto fondamentale è che c’è un’America profonda, che vive soprattutto negli Stati centrali, non diversa dalle periferie italiane, francesi e tedesche, che sfugge un po’ ai radar della politica e anche dei sondaggi. Per questo bisognerà capire bene come rimodellare gli strumenti di rilevazione, che ora rischiano di sottorappresentare certe classi sociali. Questa parte di mondo, insomma, sfugge alla conoscenza dell’opinione pubblica, dei media e di chi deve fotografare la società attraverso i sondaggi. A questo punto è evidente che il vantaggio di Trump non è maturato all’ultimo momento.



Trump, quindi, ha vinto grazie a elettori “invisibili”, che non vengono considerati?

Sono gli inascoltati, persone fragili dal punto di vista sociale (non necessariamente economico), coloro che si sentono sconfitti dalla globalizzazione, che vedono il futuro quasi come una minaccia, se non si alzano barriere. Sono, ad esempio, gli ex lavoratori dei distretti industriali, il respiro profondo degli Stati Uniti centrali. La politica dei democratici non intercetta i loro bisogni, la vedono come qualcosa che minaccia le tradizioni che rappresentano le fondamenta degli USA. Trump, invece, ha saputo ascoltarli. Basta guardare la mappa dei consensi: la costa Est e quella Ovest sono tinte di blu, mentre gli Stati centrali sono un mare di rosso. L’incertezza preannunciata su alcuni Stati non è stata confermata.



Si può fare un profilo allora degli elettori di Trump?

Sono maschi bianchi, ma anche donne bianche, e gli immigrati, quelli regolari di prima, seconda e terza generazione, per cui l’immigrazione incontrollata è una minaccia. Tutti coloro che si sono trovati davanti a un’America che con Biden ha sicuramente migliorato i fondamentali dell’economia, ma non ha migliorato gli indicatori della spesa. Il ceto medio non è riuscito a star dietro agli aumenti dei prezzi. E parliamo della spesa alimentare in particolare.

Quali sono i numeri che sostengono questa lettura del voto?

Per avere numeri precisi bisognerà aspettare qualche giorno, quando ci saranno i valori assoluti, Stato per Stato, che ancora non sono disponibili. Tra i bianchi, Trump ha vinto 55% a 43%; tra gli ispanici, Harris ha prevalso con appena 8 punti di vantaggio (53% a 45%), molto meno, però, rispetto a Biden, che nel 2020 aveva sopravanzato il rivale di 33 punti. Tra coloro (sempre ispanici) che hanno cambiato il voto rispetto a quattro anni fa, 7 su 10 hanno addotto ragioni economiche. Tra le donne, la Harris ha avuto maggiori consensi, ma non in modo sufficiente da ribaltare il gap di voti relativo alle altre categorie: gli uomini con figli, i papà, hanno preferito in larga parte Trump (58%-39%), mentre le mamme hanno scelto la Harris, ma con uno scarto molto inferiore (53%-44%).

Il tema dei diritti, soprattutto dell’aborto, ha ancora qualche presa su un certo elettorato femminile?

In parte sì, anche se alla fine sono le questioni economiche che fanno la differenza. La valanga rosa per la candidata democratica non c’è stata: la questione dell’aborto sicuramente pesa, le donne dem hanno denunciato il maschilismo di Trump, ma alla fine quello che conta è quanto si riesce a riempire il carrello quando si fa la spesa. I diritti contano molto negli Stati costieri; negli Stati centrali vale molto di più il tema dell’economia familiare. Sono stati che in questi anni hanno vissuto grandi trasformazioni, relative ad esempio all’industria automobilistica e petrolifera, che hanno creato una situazione drammatica.

Tra i neri, invece, come è andato il voto?

Possiamo fare le stesse considerazioni sviluppate per le donne: la Harris ha vinto, ma non abbastanza per compensare il divario che si è creato nelle altre categorie. Nelle scorse elezioni, Trump e Biden erano molto vicini; questa volta la vittoria del candidato repubblicano riguarda un po’ tutte le categorie, ma anche quelle in cui Trump ha perso, in cui era più debole, lo scarto si è ridotto.

Anche i giovani hanno abbandonato la Harris?

Sì, ma un po’ meno rispetto ad altre categorie di elettori. Anche in questo caso il vantaggio si è ridotto: nel 2020, Biden aveva 24 punti in più rispetto a Trump. Stavolta la Harris si è fermata a 10 in più. Paradossalmente, invece, il voto democratico è migliorato tra i pensionati, dove i candidati si sono divisi l’elettorato: 50 a 50. Nel 2020, Trump aveva ottenuto la maggioranza dei consensi.

Sui giovani ha influito la politica di Biden nella guerra in Medio Oriente?

Probabilmente sì. Ma ha anche determinato una scarsa partecipazione al voto da parte della comunità musulmana. Persone che forse non hanno votato Trump, ma non si sono schierate neanche con la Harris. Non ci sono ancora numeri definitivi, solo dati provvisori, ma la percentuale di astensione fra i musulmani sarebbe alta. L’astensione, d’altra parte, sarebbe in aumento anche fra i giovani. Per l’affluenza alle urne bisogna fare un calcolo a parte: negli USA bisogna vedere quanti elettori si sono recati alle urne rispetto a quelli che si sono iscritti. Per esercitare il diritto di voto, infatti, bisogna iscriversi alle liste elettorali. Uno dei problemi dei sondaggi è proprio questo: ci sono persone che vengono interpellate che poi magari a votare alla fine non ci vanno.

Il dato essenziale per capire la vittoria di Trump, comunque, è la considerazione di un elettorato solitamente dimenticato, i cui problemi non vengono considerati dalla politica.

Sì. Gli Stati centrali degli Usa sono un po’ come le nostre periferie: vivono problemi che sfuggono ai luoghi del potere e Trump, più delle ultime elezioni, ha provato a dar loro voce.

(Paolo Rossetti)

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