La crescita economica viene generata dalla spesa aggregata; quella fatta dai consumatori corrisponde a due terzi. Il reddito disponibile delle famiglie italiane, nel 2013, era tornato ai livelli di 25 anni fa. L’Ufficio Studi di Confcommercio evidenzia che, in quello stesso anno, il reddito disponibile risultava pari a 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988.



È così che si lascia il mondo “normale” della crescita zero e si entra in quello pandemizzato. Qui dentro, non sapendo affatto qual santo pregare, si divina sulla forma della ripresa: V, U, L…? Gli agnostici, meno interessati alla forma, guardano ad altro. Alla nuova allocazione della ricchezza, per esempio che, in questi tre mesi si è di fatto realizzata. Toh, proprio in quell’Economia dei consumi dove pur vige il detto: occorre esser prodighi per esser prosperi; prosperi, per esser prodighi!



Pensionati, dipendenti pubblici e, seppur con qualche acciacco, cassaintegrati dispongono pressappoco dello stesso portafoglio; i detentori del capitale, i professionisti, gli esercenti e gli artigiani lo hanno visto svuotarsi. Se in questo mondo l’abbiente ha da esserci, per poter mostrare che ci sono, abbienti si sia!

Bene, gli abbienti di prima oggi non hanno; i non abbienti invece hanno: magari poco più della mera sussistenza la maggior parte dei pensionati, per gli “statali” poco più di quel che avevano un decennio fa, per i cassaintegrati poi, beh… fate voi. Dunque, questi neo prodighi ce la faranno a generare quella prosperità che potrà consentire pure agli ex prosperi di poter tornare prodighi?



Nell’attesa della crescita post Covid-19, tra V, U, L… meglio forse X: sì, l’incognita!

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