Di solito, a scuola, si insegna che il cristianesimo, poco a poco, e non senza enormi sacrifici ha soppiantato il paganesimo, perlomeno quello greco-romano.
In seguito altre forme di paganesimo di popoli ritenuti primitivi sono state, più o meno cancellate da zelanti missionari, sostenuti, a volte, da possenti “forze speciali”.
Il paganesimo però non è mai scomparso del tutto. Anche nel nostro mondo è rimasto, moltiplicandosi in diverse varianti non facilmente identificabili.
C’è il neo-paganesimo colto di un Friedrich Nietzsche e quello pratico di molti di noi che a Zeus, Afrodite e Mercurio hanno sostituito il mito del potere, del sesso e del commercio. C’è stato anche qualcuno radicalmente pagano, che però difficilmente viene riconosciuto come tale. Mi riferisco ad Adolf Hitler.
Basterebbe rileggere l’interessantissimo testo pubblicato col titolo Conversazioni a tavola di Hitler. Contiene una serie di accurate trascrizioni fatta dal noto gerarca Martin Bormann delle conversazioni fra il dittatore tedesco e i suoi collaboratori tenute a tavola dal luglio 1941 al novembre 1944.
In queste occasioni Hitler parla liberamente coi suoi fedelissimi di tutto. Pretende di sapere e saper giudicare di tutto. Uno dei suoi argomenti preferiti è la critica radicale contro il cristianesimo e, in particolare, contro la Chiesa cattolica.
Un breve esempio. Notte dall’11 al 12 luglio 1941: “Quando il nazionalsocialismo avrà regnato per un abbastanza lungo periodo di tempo, non sarà più possibile concepire una forma di vita diversa dalla nostra. A lungo andare, il nazionalsocialismo e la religione non potranno più coesistere”.
Oggi tra i seguaci di questa corrente di pensiero (e di azione) possiamo anche annoverare i membri del Gruppo Wagner, impegnato, tra l’altro, anche nella guerra in Ucraina a fianco delle truppe russe.
Che cos’è il Gruppo Wagner? Non è facile da spiegare. Potremmo dire che è una compagnia militare privata, in termini molto impropri, una specie di super Mondialpol super armata, che non si occupa tanto della sicurezza dei negozi e delle abitazioni, ma di operazioni militari complesse in diverse parti del mondo, secondo contratti stabiliti per queste azioni.
Leader del Gruppo è considerato Dmitrij Utkin, ex tenente colonnello di forze speciali russe. Non a caso Wagner appare per la prima volta nelle repubbliche popolari di Donesk e Lugansk a fianco dei separatisti filo-russi. Wagner è poi chiamato in numerose operazioni militari in Siria e in Africa, dove ha propri uffici in almeno 20 Paesi.
Sempre e dovunque, il gruppo Wagner è a fianco di forze politiche e militari legate agli interessi della Federazione Russa. C’è chi dice che, in verità, sarebbe una specie di esercito personale di Putin.
A differenza di altri gruppi di mercenari presenti nel mondo, questo gruppo ha anche una sua ideologia. È decisamente nazionalista russo. La sua denominazione riecheggia una non nascosta simpatia ideologica col nazionalsocialismo con cui concorda con il fondamento neopagano.
Si rifà a quella tradizione di neopaganesimo slavo, oggi di moda, che accusa il cristianesimo di aver svilito lo spirito guerriero originario del popolo. Col bolscevismo ha in comune la lotta alle religioni tradizionali e pure quel nazionalismo russo che finirono con l’affermare anche esponenti comunisti che russi non erano, come Stalin (georgiano), Krusciov (ucraino) e Mikoyan (armeno).
Diverse organizzazioni dell’Onu accusano il Gruppo Wagner di crimini di guerra commessi in varie parti del mondo. Loro si giustificano dicendo che in verità erano conseguenze necessarie di operazioni militari.
Moralmente il neopaganesimo di Wagner non provoca particolari sensi di colpa tipici del cristianesimo.
È singolare come molti mass media, anche filoucraini, parlino del Battaglione Azov, erede di quella tradizione che portò gli ucraini a combattere l’Armata rossa insieme ai tedeschi per ottenere l’indipendenza dall’Urss, ma poche sono le informazioni sul Gruppo Wagner.
Che questi ultimi siano in grado di far paura anche a qualcuno di noi?
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