Contrariamente all’opinione corrente, non esiste un consenso unanime a Washington sul sostegno militare all’Ucraina in relazione all’invio di sistemi di lanciarazzi come quelli che sono in grado di raggiungere i 300 chilometri in territorio russo.
Da un lato vi sono coloro che sostengono l’assoluta necessità di questa esportazione di armamenti altamente sofisticati, come il presidente Biden, l’attuale segretario di Stato Anthony Blinken oltre naturalmente al segretario della Difesa Lloyd Austin. D’altra parte abbiamo invece il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jack Sullivan, che ha un atteggiamento di prudenza e di cautela poiché teme – in modo legittimo – che potrebbe esserci un’escalation da parte della Russia.
Superfluo ci sembra sottolineare che invece l’Ucraina è assolutamente a favore di questo sostegno di natura militare. Allo scopo di promuovere queste scelte di ordine militare l’Ucraina si serve di diversi strumenti di lobbying e fra questi il Centro ucraino per le strategie di difesa, composto da personalità di indubbia autorevolezza e credibilità in ambito Nato e cioè il gen. Wesley Clark e il diplomatico William B.Taylor. Tuttavia una delle personalità più influenti all’interno dell’amministrazione americana che ha indirizzato l’attuale politica delle sanzioni è certamente Michael McFaul.
Questo dimostra ancora una volta la profonda penetrazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati Nato all’interno dell’Ucraina ben prima che questa guerra si manifestasse.
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