Donna inglese denunciata per schiavitù: “Ho solo accolto famiglia ucraina”

Una donna inglese di 44 anni, Hannah Debenham, è stata denunciata per schiavitù dalla famiglia ucraina in fuga dalla guerra che aveva accolto, con suo marito, a casa sua in Inghilterra. Lo ha raccontato al Daily Mail, dicendosi incredula che il suo gesto compassionevole si sia trasformato di un vero e proprio incubo che avrebbe potuto portarla anche ad una condanna all’ergastolo.



“Ho passato interminabili notti insonni, preoccupandomi di finire dietro alle sbarre e mio figlio maggiore è rimasto traumatizzato”, racconta la donna denunciata per schiavitù dalla famiglia ucraina. L’idea di Hannah e di suo marito era quella di accogliere e fornire supporto alle persone in fuga dall’Ucraina per via della guerra. Si affidò in prima istanza ad un ente benefico ucraino, finendo per vedersi assegnata una donna con una figlia di 6 anni, ma l’accordo fu annullato da Hannah perché la donna ucraina “mi chiedeva continuamente soldi in modo aggressivo”. Non potendo più contare sull’ente benefico, si rivolse allora ad un sito web di ragazze alla pari ucraine. A fine maggio le fu assegnata una donna di 36 anni con al seguito una figlia di 10. “Era molto preoccupata”, la prima volta che la sentì, ma una volta arrivata “sembrava molto felice di essere qui”.



Il racconto: “Denunciata per schiavitù, mi è crollato addosso il mondo”

“Mi ha regalato una bottiglia di vodka polacca”, racconta la donna denunciata per schiavitù dai rifugiati ucraini, “e alcuni magneti”. Racconta anche che prese ferie per aiutarla ad orientarsi in Inghilterra, richiedere un conto corrente ed anche organizzare la scuola alla sua figlia di 10 anni. “Facevamo barbecue assieme”, continua a raccontare, “abbiamo organizzato parecchie cose”, e sembrava anche che la donna si stesse orientando, uscendo la sera mentre la coppia inglese si curava della figlia.



Tuttavia, Hannah, la donna denunciata per schiavitù,  iniziò a notare alcune cose che trovò scorrette. L’igiene della donna ucraina, innanzitutto, ma anche il suo rispetto per gli ambienti comuni della casa, lasciati sporchi e disordinati. Iniziò a riprenderla, e lei “ogni volta annuiva, diceva sì, poi lo faceva di nuovo”. Dopo alcune riprese, la donna ucraina “minacciò di fare le valigie e andarsene“, copione che si ripeté per diverso tempo. Fino a quando una mattina la donna ricevette una chiamata dal marito, avvisandola che la polizia era a casa loro e che dovevano rispondere di una denuncia di schiavitù, presentata dalla donna rifugiata.

Fu a quel punto informata che era stata denunciata per schiavitù dalla donna ucraina e che si trattava di un’accusa molto grave e che se fosse venuto fuori qualcosa di concreto la coppia avrebbe potuto rischiare anche l’ergastolo. “Eravamo entrambi sotto shock”, ha raccontato al Daily Mail, “ho passato la mia carriere a prendermi cura di persone vulnerabili”. Sono passati tre mesi, “di inferno”, per Hannah e suo marito, fino a quando il mese scorso la polizia ha avvisato la coppia che non c’erano prove sufficienti per procedere all’accusa, sventando fortunatamente il carcere.