Una storia di adescamento con vittima una ragazza minorenne nella provincia di Gorizia è finita nelle mani della Polizia Postale e delle Comunicazioni: come riporta il sito del Commissariato, la vicenda si è “sviluppata” attraverso i social network e in particolar modo su Instagram. Un tema del quale avevamo parlato qualche giorno fa, parlando dell’incremento dei casi di revenge porn in tempo di Coronavirus; argomento molto simile questo, anche se non necessariamente legato alla pandemia. Ad ogni modo a venire deferito alla competente Autorità Giudiziaria è stato un ragazzo di Gorizia, a seguito delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Trieste e gli investigatori della Polizia Postale del Compartimento Friuli Venezia Giulia: riconosciuto autore dell’adescamento, lo avrebbe effettuato anche mediante l’invio di foto e filmati a contenuto pedopornografico.



DENUNCIATO PER ADESCAMENTO RAGAZZO FRIULANO

L’analisi dei file di log forniti da Instagram è stata seguita dall’approfondimento degli investigatori, che hanno individuato senza dubbi l’utenza telefonica e lo smartphone dell’autore dell’adescamento; in più, si legge, già quando era stata effettuata la denuncia da parte della ragazza si erano avuti dei sospetti sul fatto che il colpevole vivesse in Friuli Venezia Giulia, perché ci sarebbero stati altri contatti a minorenni e coetanee della vittima del fatto, e queste vivono tutte in zona. Successivamente è stata effettuata una perquisizione nell’abitazione del ragazzo di Gorizia, durante la quale è stato rivenuto lo smartphone comprensivo della SIM utilizzata. All’interno erano presenti molti file dal contenuto pedopornografico, protetti in una cartella cifrata con password e/o impronta digitale. Il materiale è stato ora sottoposto al vincolo del sequestro.



In seguito si potrà stabilire se il reo, nel frattempo deferito per adescamento e diffusione di materiale pedopornografico, abbia tentato di adescare altre vittime; come si diceva però il tema del Coronavirus potrebbe essere centrale nel fatto, perché la Polizia Postale in questo periodo è maggiormente attenta a episodi di adescamento (o revenge porn) essendo che con il lockdown è esponenzialmente aumentato il tempo che i ragazzi trascorrono sui loro smartphone e sui social network, utilizzando chat e falsi profili per provare a contattare le loro vittime, conquistare la loro fiducia e poi manipolarle sfruttando le debolezze e le vulnerabilità che sono tipiche, come si legge sul portale del Commissariato, della fase adolescenziale.

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