È stato alla fine assolto con la formula “il fatto non sussiste” l’ex sindaco di Rivoli – il 47enne Andrea Tragaioli – che era finito al centro di una denuncia di maltrattamenti presentata dai figli che all’epoca dei fatti contestati avevano 12 e 8 anni: la sentenza è stata pronunciata nella giornata di ieri e ha dato pienamente ragione a Tragaioli – oggi capogruppo di Forza Italia nell’opposizione in Comune – ritenendo che il racconto fatto dai due minore sarebbe stato esagerato in virtù di una situazione conflittuale tra l’ex sindaco di Rivoli e la madre dei bambini dalla quale si era separato già nel 2014 ottenendo l’affido congiunto.
Partendo dal principio, a far emergere la vicenda dell’ex sindaco di Rivoli era stato il figlio 12enne che in una confidenza alle sue maestre aveva rapporto di un rapporto conflittuale con il padre: nel periodo tra il 2020 e il 2022 – infatti – Tragaioli si sarebbe (secondo il figlio) reso protagonista di alcune vere e proprie aggressioni, come quando lanciò al bambino un pezzo di legno con un chiodo arrugginito rischiando di ferirlo o quando gli mise la testa sott’acqua tentanto di affogarlo; raccontando al contempo di alcune occasioni in cui gli avrebbe permesso di maneggiare le armi detenute in casa (regolarmente denunciate) e lasciate spesso incustodite a portata di mano.
La versione dell’ex sindaco di Rivoli: “Ho sgridato i miei figli, ma non li ho mai insultati né picchiati”
Un’accusa che sarebbe potuta costare diversi anni di carcere all’ex sindaco di Rivoli, mentre lui fin dai primissimi momenti si era sempre professato completamente innocente: in tribunale nei giorni scorsi – in lacrime – ha raccontato che seppur sia vero che “lo rimproveravo quando si comportava male a tavola buttando il cibo [e] giocando con il cellulare” e che sarà “senz’altro capitato di avergli dato un buffetto sulla nuca [o di] avergli dato dello scemo o dell’asino quando picchiava sua sorella”; d’altra parte non l’avrebbe “mai insultato”, né tanto meno “preso a schiaffi o lanciato addosso degli oggetti”.
Dal conto suo – infatti – l’ex sindaco di Rivoli ritiene che le pesantissime accuse siano legate soprattutto al fatto che “nel 2020 sono sparito dalla vita dei miei figli” perché nel periodo peggiore della pandemia – quando aveva proprio la delega alla sanità pubblica – “volevo tutelarli”; e seppur la PM Monica Supertino abbia provato a spingere per l’alternativa che “la generazione dei Millennials (..) è più sensibile e fragile” e – dunque – maggiormente colpita dai rimproveri severi, secondo i giudici “il fatto non sussiste” e l’ex sindaco di Rivoli è libero di tornare alla sua vita senza accuse.