Le persone che soffrono di depressione hanno maggiore rischio di contrarre il covid in forma grave. A fare luce sul problema sono due importanti studi pubblicati su Jama Psychiatry e su Lancet Psychiatry, e in cui viene appunto sottolineato come coloro che soffrono di disturbi mentali possono finire in ospedale una volta infetti, così come in terapia intensiva e quindi morire, oppure, subire esiti neurologici pesanti a lungo termine. Alla luce di tale allarme la Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) ha chiesto agli esperti presenti in questa due giorni di G20 Salute a Roma, un “percorso dedicato e prioritario alla somministrazione della terza dose di vaccino” anti-Covid ai pazienti con depressione.



Claudio Mencacci, Direttore emerito Neuroscienze salute mentale Asst Fbf Sacco di Milano e co-presidente Sinpf, ha denunciato all’Adnkronos: “I pazienti che soffrono di depressione sono stati dimenticati in questi 20 mesi di emergenza Covid-19, pur essendo i più fragili. La riduzione dell’accesso alle cure, in contemporanea con il peggioramento del 40% dei casi di sintomatologia depressiva e ansiosa di questi mesi, ha creato un corto circuito ancora in corso dimostrando l’enorme fragilità di questi pazienti a contrarre il Covid a causa di uno stile di vita sregolato, l’uso/abuso di sostanze e la presenza di altre malattie esistenti”. Ma come mai i depressi o coloro che hanno disturbi mentali possono ammalarsi di più? “La ragione, secondo recenti studi – prosegue Mencacci – potrebbe dipendere da alterazioni immuno-infiammatorie, alla base di alcuni problemi psichiatrici, che accomunano dunque i disagi mentali al Covid, o alla maggiore frequenza di comorbilità (obesità, disturbi cardiovascolari) e stili di vita poco salutari riconosciuti a questa categoria di pazienti”.



DEPRESSIONE E DISTURBI MENTALI FAVORISCONO IL COVID: CHE COSA CHIEDE LA SINPF

Ecco perchè, alla luce di tali evidenze, risulta essere fondamentale “un intervento precoce, di tipo diagnostico e terapeutico”, come aggiunge Matteo Balestrieri, direttore della Clinica Psichiatrica dell’Aou di Udine e co-presidente Sinpf. “Occorre – prosegue – garantire e agevolare l’accesso ai servizi specialistici, evitando situazioni di stigma, dialogando con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta, con i servizi territoriali cosi come con i consultori”.

“Sono inoltre necessari – aggiunge – adeguati interventi sociali che, tenendo conto delle vulnerabilità individuali, evitino l’esposizione a quadri di stress eccessivi che diminuiscano il senso di solitudine che a volte gli individui percepiscono nell’esposizione alla crisi sociale ed economica associata alla pandemia da Covid-19”. Fondamentale, prosegue e conclude Mencacci, anche un potenziamento dei servizi di salute mentale, campagne di prevenzione e screening della popolazione più a rischio: “Occorre prendersi cura della pandemia emozionale e curare la paura della paura”.