Secondo uno studio realizzato dal King’s College di Londra, la depressione e l’ansia possono far invecchiare prima le persone. Il lavoro è stato presentato dai dottori Julian Mutz e Cathryn Lewis presso il Congresso europeo di psichiatria a Parigi, e mostra appunto come le persone che soffrono da tempo di malattie psicologiche gravi, siano biologicamente più vecchie di quelle che hanno la loro stessa età. Per arrivare a tale conclusione gli studiosi hanno esaminato i metaboliti presenti nel sangue, ovvero, quelle piccole molecole prodotte durante il metabolismo come ad esempio i lipidi, il colesterolo e gli amminoacidi, presenti in più di 110mila persone residenti nel Regno Unito.



Il risultato è stato che coloro che soffrivano di malattie mentali avevano un “profilo metabolico” che indicava che fossero più vecchi di quanto non lo erano in realtà. Mutz a riguardo spiega: “Ad esempio, le persone con disturbo bipolare avevano marcatori di sangue che indicavano che avevano circa due anni in più rispetto alla loro età cronologica”. Si tratta di una ricerca molto importante che completa numerosi altri lavori realizzati in un passato recente, circa il fatto che le persone con disturbi mentali tendono ad avere una vita più breve, ed hanno anche maggiori problemi di salute come diabete e malattie cardiache.



DEPRESSIONE E ANSIA FANNO INVECCHIARE PRIMA: I CONSIGLI PER RALLENTARE L’INVECCHIAMENTO

Attraverso tale ricerca i si evidenzia come sia necessario per i medici tracciare i profili dei metaboliti dei pazienti con disturbi mentali, utilizzando poi i cambiamenti di tali profili valutando l’efficacia degli interventi sanitari. Mutz e Fortune suggeriscono anche alcune azioni per rallentare l’invecchiamento biologico, a cominciare dall’attività fisica, quindi non fumare, e non isolarsi socialmente. “È noto che questi fattori hanno un impatto negativo sulla salute e affrontare questi fattori di rischio sarebbe vantaggioso”.



Nei casi più complicati è comunque difficile notare dei miglioramenti: “Cambiamenti nello stile di vita saranno, tuttavia difficili da raggiungere per le persone gravemente malate – spiega ancora Mutz – il trattamento dei loro sintomi di salute mentale, sia attraverso trattamenti psicologici, farmacologici o di altro tipo, dovrebbe sempre essere considerato insieme al proprio medico”.