Un intero complesso alberghiero di lusso di proprietà dell’oligarca Oleg Deripaska è stato sequestrato su ordine di un tribunale russo. La vicenda, legata ad una richiesta di risarcimento presentata da un polo scientifico ed educativo sotto il patrocinio di Vladimir Putin, è precedente l’invasione dell’Ucraina e, quindi, non è all’apparenza legata alle critiche del miliardario russo alla guerra, che ha definito “una follia“. Ma l’ordine del tribunale di sequestrare la struttura Imeretinskiy e il porto turistico di Sochi, del valore di un miliardo di dollari, è arrivata comunque dopo che il Cremlino ha chiesto a Deripaska di smetterla di criticare la guerra. “Il Cremlino gli ha chiesto di calmarsi“, ha dichiarato una persona vicina all’oligarca al Financial Times.



Infatti, il miliardario è uno dei pochi oligarchi ad aver criticato la guerra scatenata in ucraina dal presidente russo Vladimir Putin. Dal 2018 Oleg Deripaska è sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti per i suoi legami con il Cremlino, ma il magnate dei metalli è il più importante tra i pochi leader economici russi che si sono espressi contro l’invasione. “Abbiamo bisogno di pace il prima possibile, perché abbiamo già superato il punto di non ritorno“, aveva twittato a marzo. Fu allora che il Cremlino gli chiese di moderare i toni, richiesta ribadita una sola altra volta.



DERIPASKA “DISTRUGGERE UCRAINA? ERRORE COLOSSALE”

Molti oligarchi russi si oppongono privatamente alla guerra, in pochi hanno fatto dichiarazioni pubbliche. Molti hanno paura di dissentire pubblicamente dal Cremlino, per timore di ripercussioni. Ma Oleg Deripaska a giugno era tornato ad avvertire che “distruggere l’Ucraina sarebbe un errore colossale“, pur evitando di criticare personalmente Vladimir Putin. Due settimane dopo, il Territorio federale di Sirius, un polo scientifico, educativo e turistico istituito sotto Putin, ha intentato tre cause per controversie fondiarie contro RogSibAl, la società di Deripaska proprietaria del complesso di Imeretinskiy. Dai documenti giudiziari pubblici, visionati dal Financial Times, emerge che il giudice si è pronunciato a favore di Sirius nel mese di settembre, sfrattando RogSibAl, mentre una sentenza separata dello stesso mese ha stabilito il sequestro di tutti i beni immobili della società. L’ufficio di Deripaska non ha commentato la vicenda, né lo hanno fatto Sirius e l’ufficio del procuratore generale russo. Comunque, giorni dopo la sentenza, a settembre, il sostituto procuratore generale della Russia ha intentato una causa separata contro RogSibAl presso il tribunale di Mosca. La causa è stata brevemente riaperta il mese scorso, così i documenti sono diventati pubblici per la prima volta. Da essi risulta, spiega FT, che i pubblici ministeri volevano sequestrare il complesso Imeretinskiy e “trasferire la proprietà alla Federazione Russa“.

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