Ron DeSantis, governatore della Florida, si ritira dalle primarie del Partito repubblicano degli Usa e dunque dalla corsa dalla Casa Bianca. L’annuncio, come riportato dalla BBC, è stato dato dal diretto interessato pochi istanti fa attraverso un video. “Non vedo una strada chiara verso la vittoria. Per questo sospendo la mia campagna. Mi è chiaro che la maggioranza degli elettori repubblicani alle primarie vuole dare a Donald Trump un’altra chance”, ha affermato.



La decisione è stata presa dopo il secondo posto ottenuto in Iowa e a due giorni dal New Hampshire. “Se ci fosse qualcosa da fare per ottenere un risultato favorevole, più tappe della campagna elettorale o più interviste, lo farei, ma non è così”, ha continuato. Gli ultimi sondaggi davano l’ex presidente degli Stati Uniti infatti di molto in vantaggio. “Ho firmato un impegno per sostenere il candidato repubblicano e onorerò quell’impegno. È superiore a Joe Biden e ha il mio appoggio, perché non possiamo tornare alla vecchia guardia repubblicana”, ha inoltre annunciato.



DeSantis si ritira dalle primarie del Partito repubblicano negli Usa: la rivale di Trump è Haley

La partita per quel che concerne le primarie del Partito repubblicano degli Usa, con l’appoggio del governatore della Florida a Donald Trump, è dunque praticamente chiusa. L’unica vera avversaria dell’ex presidente degli Stati Uniti, dopo che Ron DeSantis ha svelato che si ritira dalla corsa, resta infatti Nikki Haley. Anche Vivek Ramaswamy e Tim Scott hanno nelle scorse settimane rinunciato e sono saliti sul carro del tycoon.

In molti non hanno fiducia in Nikki Haley, accusata da Ron DeSantis stesso di rappresentare un “corporativismo riscaldato”. Anche Donald Trump nei giorni scorsi l’ha criticata pubblicamente. “È ineleggibile, con lei i democratici vincerebbero”, questo il parere del tycoon sulla ex governatrice cinquantaduenne. Poi le insinuazioni sulla sua campagna: “Sta usando i soldi degli estremisti di sinistra per portare avanti i suoi programmi radicali”. Esse non trovano riscontro in alcuna prova, ma potrebbero essere sufficienti per spingere l’intero elettorato alla sua corte.