Padre di Desirèe Gullo condannato per abusi e botte a moglie: ora gli spetta l’eredità

Era stato condannato a 3 anni di reclusione per le botte alla moglie e abusi sessuali in famiglia ma ora che la ex da cui si era ormai separato è venuta a mancare, in base alla legge vigente nel nostro Paese, lui avrà diritto a ricevere la pensione di reversibilità e l’eredità in condivisione con le figlie. Per tale ragione, come racconta il Corriere della Sera, proprio le due figlie dell’uomo si sono opposte appellandosi a Mattarella affinché possa intervenire su una situazione paradossale e proponendo di poter cambiare la legge dell’indegnità ereditaria allargandola a questi reati.



L’appello al presidente della Repubblica è stato lanciato sotto forma di petizione sul noto sito Change.org da parte di Desirèe Gullo, una delle figlie dell’uomo condannato. Nel video la donna si rivolge alla ministra Cartabia, a Mattarella e a Draghi: “Faccio tutto questo per una buona causa, per mia madre perché lei ci ha insegnato a combattere e vorrei finalmente giustizia per me e per tutte le persone che si trovano in una situazione come la mia”, dice la ragazza. È sempre la giovane donna a raccontare della separazione dei suoi genitori nel 1998 dopo le botte e confronti non solo della moglie ma anche delle figlie Desirèe e Simona. La condanna è arrivata solo nel 2003 relativa a 3 anni di carcere e un risarcimento all’ex moglie ed alle due figlie di 36mila euro: “Inoltre con questa sentenza ha perso la patria potestà e il diritto successorio, ma solo nei nostri confronti, non anche nei confronti di mia madre. I soldi del risarcimento non ci sono mai arrivati”, ha spiegato la figlia.



Padre condannato per abusi e botte a moglie: l’appello della figlia Desirèe Gullo

Il processo a carico dell’uomo è ormai andato in prescrizione e l’uomo, inizialmente condannato, non è più tenuto a pagare i danni. Nel 2008 c’è stata la sentenza d’Appello grazie all’indulto l’uomo avrebbe avuto un solo anno di carcere, “ma dei soldi del risarcimento non abbiamo ottenuto nulla”, ha raccontato ancora la figlia Desirèe Gullo. I debiti della madre intanto sono aumentati al punto da essere costretta a vendere la casa e con fatica era riuscita ad andare in pensione anticipata. Lo scorso 31 gennaio però, a causa del Covid la madre muore e solo allora le due figlie, alle prese con le pratiche di successione, scoprono di non essere le uniche eredi: i due non avendo mai divorziato e risultano ancora coniugati.



La rabbia della figlia Desirèe Gullo è tanta: “Anche lui risulta come erede e pur avendo commesso reati di violenza contro mia madre, mio padre prende la sua pensione di reversibilità di 900 euro e gli spetterà l’eredità di mia madre che consiste nell’immobile che aveva acquistato in seguito, di cui c’è ancora il mutuo da estinguere. Dopo tutto quello che ha fatto, com’è possibile che la sentenza non abbia previsto per lui la perdita dei diritti successori nei confronti di mia madre?”. Quindi ’appello: “E’ ingiusto che non vi siano norme a tutela di chi è stato vittima di violenza, anche passate in giudicato, quindi chiedo: l’estensione dei tempi per fare ricorso, per coloro che hanno subito violenze quando erano minori; divorzio automatico per donne separate, vittime di violenza domestica; nel caso in cui la coppia è separata e non divorziata, perdita automatica di tutti i diritti successori per chi ha commesso violenza domestica contro il coniuge, in particolar modo se ci sono minori coinvolti nei reati di violenza”.