Desirée Mariottini è solo una delle tante vittime di una “Violenza stupefacente”. E’ questo il titolo del docufilm che sarà trasmesso oggi sul Nove, in prima serata, e che parte proprio da alcuni casi di cronaca nera per approfondire il fenomeno della tossicodipendenza e dello spaccio di droga. Desirée aveva appena 16 anni quando ha trovato la morte a Roma, nel quartiere San Lorenzo, la notte tra il 18 ed il 19 ottobre del 2018. La giovane di Cisterna di Latina fu trovata morta in uno stabile in disuso in via dei Lucani, uccisa da un mix di droghe e vittima di abusi sessuali. La ragazza però è morta anche a causa della troppa indifferenza di chi in quelle ore di sua agonia, era presente e non fece nulla per soccorrerla. Per l’omicidio di Desirée Mariottini furono fermati due senegalesi e un nigeriano, accusati di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario con l’aggravante della crudeltà. Lo scorso aprile, mentre l’indagini della procura capitolina sulla morte della 16enne di Cisterna di Latina si avviava verso la sua conclusione, sono giunti nuovi dettagli grazie al risultato degli esami del Dna che hanno significato ulteriori accuse per alcune delle persone coinvolte. Una nuova ordinanza di custodia cautelare per cessione di droga alla ragazzina è stata contestata al nigeriano 46enne Chima Alinno. verifiche sulle tracce biologiche hanno invece confermato i reati di violenza sessuale, cessione di droga e omicidio per gli altri due stranieri.



OMICIDIO DI DESIRÉE MARIOTTINI: MIX DI DROGHE E ABUSI

Desirée Mariottini fu non solo drogata ma anche abusata da non cosciente. Gli esami del Dna hanno infatti confermato la presenza di tracce biologiche dei due stranieri, Mamadou Gara e Yousif Salia, compatibili con la violenza sessuale e trovate sia sul corpo che sotto le unghie della vittima. Tracce presenti anche su coperta e materasso dove fu trovata sdraiata senza vita. Ed ancora, ulteriori tracce di Desirée sono state rinvenute su un flacone contenente metadone somministrato alla 16enne e su una cannuccia con la quale avrebbe fumato crack la notte in cui fu uccisa da una overdose. Come rammenta Corriere.it, le persone in carcere con l’accusa di omicidio restano tre e secondo l’accusa, tutti avrebbero somministrato volontariamente alla sedicenne una dose letale di psicofarmaci e droghe. Per uno degli stranieri si sono andate ad aggiungere anche le accuse di spaccio in quanto considerato uno dei pusher abituali del quartiere San Lorenzo, proprio dove si consumarono i tragici fatti. Il locale dove Desirée fu trovata morta, secondo la procura, fu frequentato dalla ragazza per quasi due settimane. Qui si sarebbe procurata la droga e sempre qui la consumava. Quando si sentì male però, nessuno allertò i soccorsi. Dopo essere stata drogata fu stuprata, e successivamente abbandonata fino a lasciarla morire.

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