Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha intervistato il padre di Desiree Mariottini durante la prima udienza del processo riguardante la 16enne morta l’anno scorso a Roma, avvio di processo tenutosi ieri: “Piano piano si saprà tutta la verità, non sono riuscito ancora ad entrare in aula, un papà non può sopportare una cosa del genere. Poi vedendo proprio le persone (gli imputati ndr) a fianco, secondo me andrebbero spostate da un’altra parte almeno un papà non lo vede. Aspetto giustizia, era una bambina troppo brava, bravissima”. Visibilmente e inevitabilmente provata anche la mamma della vittima, che non è riuscita a parlare al termine della prima udienza. E’ stata una giornata molto complessa dal punto di vista psicologico per i famigliari della giovane vittima, anche perchè i medici hanno parlato per ore raccontando delle verità agghiaccianti. Sembra infatti che la ragazzina fosse vergine prima di essere entrata in quello stabile dove ha poi trovato la morte prematura, e i giudici hanno sottolineato più volte come la stessa fosse “poco più di una bambina”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DESIRÉE MARIOTTINI VERGINE PRIMA DI MORIRE, LA MAMMA: “NON SI DROGAVA”

«Desirée Mariottini era vergine quando è stata violentata». Lo hanno rivelato ieri in aula gli esperti che hanno eseguito l’autopsia sul corpo della 16enne trovata morta in uno stabile abbandonato a Roma. La nonna lo aveva detto: «Era poco più di una bambina». E così i familiari. Ora c’è la conferma. Desirée Mariottini non era pronta a tutto, ma era una sprovveduta che si è fidata delle persone sbagliate. Era un’adolescente problematica che la madre voleva far ricoverare in una comunità. Ugo di Tondo, docente di Anatomia patologica, e il medico legale Dino Tancredi, entrambi della Sapienza, davanti alla Corte d’Assise hanno parlato, come riportato da Il Messaggero, di un «rapporto sessuale violento» e «lesioni all’imene» tali da evidenziare che la giovane abbia perso la verginità contro la sua volontà, nel quartiere San Lorenzo. Il processo sta delineando dunque una verità atroce. Il padre Gianluca Zuncheddu, ascoltato ieri, ha raccontato che la settimana prima era andato dall’ex moglie per portare via sua figlia: «Poi ho visto che aveva del vino nella borsa e le ho dato due schiaffi e sono stato arrestato, giacché c’era nei miei confronti un divieto di avvicinamento per stalking». Dopo la morte della figlia ha cercato la verità: «E ho scoperto che Desirée era stata tradita, venduta da due amiche, due ragazze di colore. Mia figlia le aveva cercate perché una di loro si era presa il suo tablet». Ha parlato anche la mamma Barbara nell’aula bunker di Rebibbia: «Seguivo passo passo Desirée ma a volte lei non era gestibile». Davanti alla Corte d’Assise ha spiegato che sua figlia non si drogava: «Non era una tossicodipendente, esageravo nei racconti perché speravo che così attivassero più ricerche e soprattutto che potesse intervenire un giudice che la costringesse ad andare in una comunità per minori problematici». (agg. di Silvana Palazzo)



DESIRÉE MARIOTTINI, OGGI NUOVA UDIENZA

Oggi nuova udienza del processo sulla morte di Desirée Mariottini, al 16enne morta di overdose a Roma, in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018 con in corpo un mix di sostanze stupefacenti. Da quello stabile la giovane non uscì viva. In questo momento si sta svolgendo nell’aula bunker di Rebibbia l’udienza a porte chiuse, come specificato nel corso della trasmissione Storie Italiane, in onda su Rai1. Gli imputati sono quattro persone di origine ghanese e nigeriana Yussef Salia, Mamadou Gara, Brian Minteh e Chima Alinno. Tutti dovranno rispondere delle accuse gravissime di concorso in omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo, cessione di sostanze narcotiche e psicotiche, con l’aggravante della giovane età di Desirée e dalla condizione di impossibilità di difendersi in cui era stata ridotta. Oggi, come emerso, saranno ascoltate diverse persone tra cui il padre ed il nonno di Desirée Mariottini ma non saranno gli unici. Tra gli altri, come emerso nel corso di Storie Italiane, anche tre poliziotti intervenuti la mattina del 19 ottobre e il medico legale, il dottor Tancredi: sarà lui a dire se su Desirée Mariottini c’è stata violenza prima di morire.



DESIRÉE MARIOTTINI, PARLA LA MAMMA

L’inviato del programma di Rai1, Storie Italiane ha intervistato la mamma della 16enne Desirée Mariottini alla vigilia della nuova udienza del processo attualmente in corso. Mamma Barbara ha detto ai microfoni del programma: “Nessuna sentenza potrà restituirci Desirée. Mi aspetto giustizia nei confronti di mia figlia che era solo una bambina”, ha aggiunto. “I quattro imputati a processo? Ogni volta che li ritrovo in aula non riesco neppure a guardali, mi sento male ogni volta che entro in aula”, ha spiegato la donna. Oggi in aula ci sarà la deposizione del medico legale che avrà il compito fondamentale di ricostruire quanto accaduto la tragica notte della morte della ragazzina. “Se non me la sento aspetterò fuori dall’aula”, ha commentato la madre. Ma qual è adesso il suo pensiero? “Sto qui per chiedere giustizia, voglio giustizia per mia figlia, almeno questo”, ha aggiunto.