Giovanni Erra, noto alle cronache come l’unico adulto del branco che uccise la giovane Desirée Piovanelli nel 2002 in una cascina di Leno (Brescia), è fuori dal carcere e nel 2025 sarà un uomo libero. Oggi si trova in comunità, riporta Il Corriere della Sera, affidato ai servizi sociali nelle more della conclusione della pena per l’omicidio della 14enne, ma il padre della vittima, Maurizio Piovanelli, è certo che ci siano anche altri responsabili non ancora assicurati alla giustizia.
“Credo che dietro la morte di mia figlia ci sia dell’altro – ha dichiarato al quotidiano in una recente intervista –, ulteriori responsabilità, anche di persone potenti, che però nessuno vuole trovare fino in fondo“. Secondo il papà di Desirée Piovanelli, a prevalere sulla verità piena sarebbe la “troppa paura di parlare” di chi, a suo avviso, sarebbe a conoscenza di elementi determinanti a ricostruire esattamente i fatti. La famiglia della giovane spera che si possa indagare ancora e che nessuna strada venga definitivamente sbarrata nel percorso per l’accertamento completo della vicenda. E Maurizio Piovanelli spera nell’attenzione delle istituzioni: “Vorrei parlare con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e spiegargli tutto, dirgli che qualcuno sta proteggendo persone coinvolte nella morte di mia figlia“.
L’omicidio di Desirée Piovanelli, il padre: “Erra già fuori, per noi una presa in giro”
Era il 28 settembre 2002 quando la piccola Desirée Piovanelli fu uccisa a pochi passi da casa, in una cascina abbandonata a Leno. Secondo la giustizia, ad agire sarebbero stati tre coetanei allora minorenni con la complicità di un adulto, Giovanni Erra. A loro carico, il processo si è chiuso con condanne dai 18 ai 10 anni per i minori e 30 anni di carcere per l’unico maggiorenne del branco che si è sempre detto estraneo alla morte della 14enne.
Pochi giorni fa la notizia che quest’ultimo sarà libero nel 2025. Da mesi, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, si troverebbe in una comunità e il padre di Desirée Piovanelli non appare sorpreso dall’evoluzione del percorso detentivo che si concluderebbe così con diversi anni di anticipo: “In fondo lo sapevo sin dall’inizio – ha dichiarato Maurizio Piovanelli –, ma per noi vittime è una presa in giro. A questo punto potevano dargli direttamente 22 anni: ogni tre mesi scattano i benefici di legge, anche per buona condotta. Ma Erra di anni dovrebbe scontarne 30“.