I lavoratori che trasferiscono la propria residenza vicino al posto di lavoro possono ottenere una detrazione sull’affitto risparmiando un po’ di soldi mensili, a patto che lo spostamento avvenga in una Regione diversa e ad almeno 100 km di distanza rispetto all’abitazione principale.

Il bonus viene erogato a tutti i lavoratori dipendenti (ad esclusione di quelli parasubordinati) che si trasferiscono nei tre anni precedenti rispetto all’anno in cui viene riconosciuto il beneficio fiscale. L’importo è forfettario e può variare in base al reddito percepito.



Detrazione affitto per lavoratori fuori sede: quanti soldi si possono risparmiare?

L’importo in riferimento alla detrazione sull’affitto dipende dal reddito percepito da ciascun dipendente. Ecco un esempio reale sulle effettive possibilità:

  • 991,60€ Con un reddito totale fino ad un massimo 15mila 493,71 euro;
  • 495,80€ Con un reddito fra 15mila 493,71 e 30mila 987,41.

Per godere dell’agevolazione occorre la sussistenza di tre condizioni imprescindibili:



  1. Reddito da lavoro subordinato: soltanto i contratti di lavoro subordinato – e non quelli con reddito assimilato al dipendente – possono rientrare nell’agevolazione e a partire dai primi tre anni dallo spostamento della residenza.
  2. Trasferimento: la residenza va spostata entro i tre anni rispetto a quello fiscale in cui si fa richiesta.
  3. Nuovo comune: devono combaciare due requisiti principali, lo spostamento in una Regione totalmente differente e una distanza di almeno 100 chilometri.

Affitto cointestato

In caso di affitto cointestato il beneficio fiscale spetta soltanto ai lavoratori che posseggono i requisiti richiesti dalla misura. Se ad esempio un appartamento è abitato da tre soggetti, due dei quali soddisfano le condizioni per la detrazione e uno no, la ripartizione sarà soltanto tra quest’ultimi due.



Per finalizzare la richiesta e ottenere la detrazione sull’affitto è necessario conservare alcuni documenti utili al fisco:

  1. Contratto di affitto regolarmente registrato;
  2. Contratto di lavoro subordinato, con CU 2024 che possa comprovare il titolo di lavoratore dipendente;
  3. Autocertificazione che dimostri come l’appartamento sia utilizzato come abitazione principale e che risulta soddisfare tutti i requisiti richiesti dalla misura.