Un nuovo sistema di detrazioni 2025 permetterà allo Stato di risparmiare più soldi possibili per ridurre le spese, e con le ultime novità l’erario dovrebbe poter risparmiare un miliardo di euro per ciascun anno fiscale. Questa misura sarà a discapito di chi percepisce un reddito medio alto, soprattutto per chi guadagna una cifra uguale o superiore a 50.000€ lordi all’anno che sarà costretto a rinunciare a gran parte delle detrazioni fiscali fino ad oggi godute.



Detrazioni 2025 suddivise per fasce di reddito e carichi familiari

Le detrazioni 2025 saranno rivoluzionate (almeno rispetto a quelle a cui siamo abituati oggi). Sia le detrazioni al 19% (da quelle dei mutui a quelle sanitarie) che quelle al 50% cambieranno beneficiari, tenendo conto di nuovi scaglioni da proporzionare al reddito e ai carichi familiari.



Nonostante la misura non sia  stata ancora approvata in via ufficiale (per quello dovremmo attendere lunedì prossimo come sottolineato dal Ministro Giorgetti), il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ci da un anticipo. Saranno rivisti i tetti di base (l’importo massimo usufruibile), e gli stessi saranno rapportati a tre fasce di reddito: inferiore a 50.000€, tra 50.000€ e 100.000€ e oltre i 100.000€. Pare evidente che più si sale di fascia reddituale, minori saranno le detrazioni. Mentre potranno godere di un aumento del tetto massimo di cui beneficiare le famiglie aventi dei figli.



Quoziente familiare

Le detrazioni fiscali 2025 potrebbero essere viste come un nuovo sistema basato sul «quoziente familiare», dove i figli sono la componente più significativa. I tecnici e collaboratori di Maurizio Leo spiegano che l’applicazione del benefit si applicherà alle detrazioni presentate in dichiarazione 2026. Alle stesse condizioni (dunque per il 2026) saranno rese valide le detrazioni degli interessi passivi sui mutui, a patto che i contratti vengano conclusi nel 2025. Infine sui figli a carico Maurizio Leo ha fatto sapere che la detrazione fiscale «corrisponderà a 950€ fino a 30 anni d’età e oltre i 30 anni in caso di disabilità».