Alessandro Di Battista prende posizione sul Mes, sulla questione europea e in generale su come dovrà essere gestita la crisi economica in un lungo post su Facebook in cui mette nel mirino – tra gli altri – Mario Draghi ed esercita pressione su Giuseppe Conte. Proprio all’inquilino di Palazzo Chigi è rivolto uno dei passaggi politicamente più importanti dell’intervento dell’ex parlamentare M5s: “Conte è un galantuomo, non ho dubbi che abbia a cuore le sorti delle famiglie e delle imprese italiane e neppure che consideri il Mes una trappola da evitare. Gli credo quando dice che l’Italia non intende attivare il Mes“. Ma Di Battista aggiunge: “Il punto è che la contrazione del PIL alla quale andremo incontro e l’aumento del debito pubblico che oggi l’Ue “generosamente” ci concede ci porterà verso una spirale dalla quale sarà possibile uscire solo attivando, in futuro, strumenti come il Mes con fortissime condizionalità. (…) Conte si definì l’avvocato del Popolo, fu criticato ma per me fu un’espressione felice. Un avvocato, quando sa che il proprio cliente ha ragione da vendere gli dice: “Sarà dura ma possiamo farcela”. E noi italiani abbiamo ragione da vendere. Abbiamo subito le angherie di una classe politica che ha mercanteggiato sulla nostra pelle. Siamo stati descritti come oziosi scialacquatori quando senza di noi non sarebbe mai nata l’Unione Europea. Conte si è guadagnato una credibilità che in pochi hanno avuto in passato ma credibilità è sempre un’immensa responsabilità. Proveranno in ogni modo a metterci all’angolo. Ci spingeranno ad indebitarci per poi passare all’incasso ma noi abbiamo delle carte da giocarci in sede di contrattazione“.



DI BATTISTA: “HA PARLATO L’APOSTOLO DRAGHI”

Nel mirino di Alessandro Di Battista, come detto, anche Mario Draghi: “«Va aumentato il debito pubblico per proteggere economia e lavoro». Così ha tuonato Draghi dalle pagine del Financial Times. Quando erano i “populisti” a scagliarsi contro la logica del pareggio di bilancio in Costituzione e a chiedere interventi a debito per contrastare gli effetti della Grande recessione l’establishment faceva muro giudicando tali idee nient’altro che corbellerie. Ma ora parla Draghi, l’apostolo Draghi e tutti i valletti del sistema si spellano le mani dagli applausi“. L’attivista ha le idee chiare sull’ex governatore della BCE: “Io non credo che abbia intenzione di diventare presidente del Consiglio, semmai ambisce al Quirinale, ma è indubbio che le sue parole abbiano risvegliato in molti quel desiderio mai sopito di lasciarsi governare dai tecnici, svilendo, ancora una volta, la Politica. «La lettera di Draghi al Financial Times andrebbe letta e imparata a memoria» ha detto Renzi. E Salvini, in Senato, ha mostrato ancora una volta la poca differenza tra i due Matteo: «Grazie Draghi per le sue parole. Benvenuto, ci serve il suo aiuto». Chi ha memoria ricorda bene gli aiuti di Draghi al nostro Paese. Fu Draghi, da Direttore del Tesoro, ad adoperarsi affinché la famiglia Benetton acquisisse dall’Iri, ad un costo ridicolo, la Società Autostrade. Lui, insieme a Prodi e Massimo D’Alema fu protagonista di quella stagione di privatizzazioni che ha indebolito lo Stato italiano. Fu ancora lui, diventato nel frattempo Governatore di Bankitalia, ad autorizzare Mps ad acquistare la Banca Antonveneta dalla spagnola Santander al triplo del suo valore. E nel febbraio 2012, fu sempre lui, stavolta da presidente della Bce a dichiarare in un’intervista al Wall Street Journal la morte del modello sociale europeo augurandosi un nuovo ciclo liberalizzazioni. Il diffondersi del COVID-19 ha spazzato via queste parole. Senza il modello sociale europeo, claudicante ma ancora esistente, ci sarebbe stata una carneficina ancor più funesta“.



DI BATTISTA: “CINA VINCERA’ TERZA GUERRA MONDIALE SENZA SPARARE UN COLPO”

Secondo Alessandro Di Battista, l’Italia deve impostare in maniera strategica la trattativa con l’Europa: “In primis il fatto che senza l’Italia l’Ue si scioglierebbe come neve al sole. Poi un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia è anche merito del lavoro di Di Maio ministro dello Sviluppo economico prima e degli Esteri poi. E la Cina, ed è paradossale essendo stato il primo paese colpito dal COVID-19, uscirà meglio di chiunque altro da questa crisi. La Cina ha utilizzato al meglio il soft-power, è riuscita a trasformare la sua immagine da untore ad alleato nel momento del bisogno. Salvini e Meloni denigrano la Cina perché credono ancora che per sedersi a Palazzo Chigi sia necessario baciare pantofole a Washington ma il mondo sta cambiando e la geopolitica, nei prossimi mesi, subirà enormi mutamenti. La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo e l’Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europei tale relazione“. Di Battista conclude: “L’Italia punti in alto e dica “no” quando è giusto farlo. Sia chiaro, certi no sono seguiti da pressioni inimmaginabili e dal puntuale ricatto dello spread che, come abbiamo visto, può essere innescato con una sola frase pronunciata da un potente di turno. Ciononostante l’atteggiamento che dimostreremo, come paese, nei prossimi giorni determinerà il futuro dei prossimi 10 anni. O si lotta per costruire davvero l’Europa o il Vecchio continente, nonostante l’arricchimento passeggero di alcuni suoi paesi a discapito di altri, verrà schiacciato politicamente da paesi come la Cina, l’India e gli Stati Uniti i quali, con tutte le pecche del mondo, si comportano da Stati“.

Leggi anche

SCENARIO M5S/ Conte, una rivoluzione di cartone che premierà il Pd