Il Movimento 5 Stelle è una “polveriera” continua che la reggenza di Vito Crimi verso i non ancora convocati Stati Generali M5s ancora non è riuscito a “placare”: l’ultima miccia si è accesa ieri sulla figura di Alessandro Di Battista, dopo la sospensione di tre eurodeputati considerati “vicini” al leader movimentista delle origini. La “punizione” su Corrao, Pedicini e D’Amato per aver votare contro il Mes ha posto le basi per un’uscita pesantissima di Barbara Lezzi che senza mezzi termini ha attaccato i vertici grillini «ormai vogliono colpire Di Battista, gli preferisco la Boschi e il Pd…». Ecco che oggi arriva puntuale l’intervista de Il Fatto Quotidiano all’ex deputato per ristabilire i ruoli interni al partito e soprattutto dare il senso di una “non-guerra” al Governo che in tanti temevano: «È falso che io voglia far cadere Conte. Sono grillino, non stupido».
La linea “difensiva” del Fatto che punta a tenere assieme tutti i propri “pupilli” (Di Maio, Di Battista, Conte e Bonafede su tutti) vede l’ex inviato in Venezuela provare a placare le polemiche sorte negli ultimi giorni: «Ho fatto i complimenti a Conte per come ha gestito l’emergenza del coronavirus. Ora però si apre un’altra partita, quella per ricostruire il Paese. Se il premier porterà avanti idee come l’ecobonus e la legge sul conflitto d’interessi avrà il mio sostegno», spiega “Dibba” promettendo di non voler assolutamente «picconare» l’attuale Governo.
ALESSANDRO DI BATTISTA LEADER M5S? “POLTRONE NON MI INTERESSANO MA…”
Certo, non mancano i distinguo e gli attacchi incrociati, il sale degli interventi di Alessandro Di Battista: «Qualora Conte però dovesse invece portare avanti idee come il Ponte sullo Stretto di Messina e non essere duro come aveva detto di voler essere sulla revoca della concessione ad Autostrade, dirò pubblicamente che sono in disaccordo con lui. Ma ciò non significa che io intenda picconare il governo». A domanda diretta, Di Battista ammette di non aver mai voluto il Governo con il Pd ma in questa fase di crisi, ammette l’ex deputato, «è necessario un esecutivo politico: la cosa peggiore che ci possa capitare sarebbe un esecutivo tecnico o di unità nazionale. Io voglio aumentare il potere contrattuale del M5S nel governo, perché ritengo che quello attuale non sia proporzionato al 33 per cento preso alle Politiche 2018». Secondo “Dibba” non è possibile che il Pd abbia il Ministro dell’Economia (Gualtieri), quello degli Affari Ue (Amendola) e pure il Commissario agli Affari Economici Ue (Gentiloni), «M5S non ha nessuno».
Se Di Battista non vuole abbattere Conte lui sa benissimo invece chi vorrebbe farlo già domani: «Altri vogliono abbattere Conte, Renzi, Calenda, una parte del Pd e gli Elkann. Cioè l’establishment», mentre lui si definisce l’anti-establishment contro i vari «Benetton, il presidente di Confindustria Bonomi, gli Elkann e il loro accentramento di potere mediatico, Giovanni Malagò». Chiosa finale sul futuro della leadership interna al Movimento 5 Stelle, con frecciatina evidente a tanti dei suoi compagni di Movimento (Luigi Di Maio su tutti, ndr): «non sono interessato a poltrone», ma sul vincolo del secondo mandato che pare ormai andare in soffitta sentenzia «è meglio chiederlo a chi è in scadenza con il secondo mandato. Non devo parlarne io, che ne ho fatto solo uno».