DI BATTISTA NON ENTRA (PER ORA) NELLA GUERRA CONTE-GRILLO: “SONO USCITO DAL M5S”
Nessuna scissione “guidata”, nessun “piano Dibba” e nessun nuovo partito all’orizzonte: questo, almeno per ora, è “l’impegno” di Alessandro DI Battista per quanto affermato dallo stesso ex “leader di piazza” del M5s dopo l’incontro venerdì scorso a Riva Ligure per la presentazione del suo nuovo libro sulle guerre in Ucraina e Medio Oriente. Nella guerra totale Conte vs Grillo ormai in corso all’interno del Movimento – dove il leader Giuseppe punta ad una “rivoluzione” totale in Assemblea Costituente mentre il Garante e fondatore Beppe Grillo minaccia scissioni se si dovesse eliminare il vincolo sui due mandati – “Dibba” decide di non prendere parte e sebbene abbia già ribadito piena contrarietà alle modalità di gestione dell’ex Premier sul suo ex partito, per il momento resta “fermo”.
«Si può fare politica anche da fuori», ha spiegato Di Battista ai cronisti spiegando come debbano essere affari “loro” quelli tra Conte e Grillo per il futuro del M5s: «Non parlo delle questioni interne di un movimento che ho lasciato 3 anni fa per questioni politiche». Contrario al terzo mandato, antagonista forte di Conte fino all’addio clamoroso nel 2021, Di Battista negli ultimi anni è rimasto anche piuttosto “freddo” nei confronti del suo mentore ed ex capo politico, per cui permane la stima ma di cui non ha compreso i vari passaggi politici, su tutti l’endorsement a Mario Draghi per il Governo post-Conte.
TONINELLI ESCLUDE DI BATTISTA MA APRE COMUNQUE ALLA SCISSIONE: SCENARI (CAOTICI) NEL M5S, DI MAIO “CONTE PORTERÀ VIA L’ARGENTERIA A GRILLO”
Secondo un altro grande rappresentante del M5s che fu, l’ex Ministro Danilo Toninelli, in una intervista a Radio Cusano Campus ha “solleticato” i retroscenisti politici in casa M5s spiegando come secondo lui la scissione non è che avverrà, ma è già in atto: «Non esisteranno due partiti dentro il Movimento 5 Stelle, esistono già. Da un lato, c’è il partito di Conte, schierato con il centrosinistra, e dall’altro, c’è il partito post ideologico di Grillo, che mette al centro le idee, indipendentemente dagli schieramenti».
Secondo Toninelli, serve al più presto una “separazione consensuale” per poter ripartire dopo la Costituente (per Conte) e con un possibile nuovo soggetto politico (per Grillo), dove senza dirlo apertamente di fatto quasi si auto-candida escludendo l’ipotesi Di Battista, «È un ragazzo fantastico, molto amato, ma oggi non si può parlare di lui». A calare l’ulteriore “jolly” nel mazzo già piuttosto intricato a 5Stelle ci ha poi pensato questa domenica l’ex leader, lui sì scissionista doc, Luigi Di Maio (dopo aver fondato Insieme per il Futuro ha lasciato la politica per il flop alle Elezioni 2022, ora è rappresentante Ue per il Golfo Persico) con un’intervista a tutto campo con l’Adnkronos.
«Grillo non ha il coraggio di prendere iniziative. Altrimenti lo avrebbe già fatto», prevede Di Maio guardando a quanto potrebbe succedere con la Costituente, e lanciando staffilate tanto all’uno quanto all’altro: «nel 2021 quando negoziai l’accordo tra Conte e Grillo, abbiamo dato a Beppe un potere enorme che ha sprecato, lasciandolo inutilizzato». Allo stesso tempo, Di Maio si dice certo che Conte in breve «porterà via anche l’argenteria del M5s e gli cancellerà il contratto di consulenza. Triste direi». Nello specifico sulla regola del secondo mandato, nonostante alcuni dissapori esistenti con Conte, l’ex vicepremier si dice più vicino alla posizione contiana che non grillina: «va superato. E’ l’unico modo per assicurare pluralità al Movimento contro l’attuale verticisimo. Consentirebbe a persone di esperienza, se gli elettori vorranno, di tornare nelle istituzioni».