“L’era Crimi è durata quanto il Paleolitico”, la stilettata di Alessandro Di Battista ripercorrendo la rottura con il Movimento 5 Stelle ai microfoni di Belve. L’ex grillino ha abbandonato il M5s da tempo, una frattura legata agli Stati generali e alla lista delle preferenze sparita, per poi ricomparire solo con un semplice ordine alfabetico. Una lista che avrebbe decretato la vittoria di Dibba…
“L’era Crimi è durata troppo e non hanno fatto votare il capo politico perché temevano che vincessi io. Cambiano da capo politico a guida collegiale perché Di Battista da solo può essere pericoloso. Poi agli Stati generali ho preso il triplo dei voti di Di Maio, che arriva terzo, ma non sono mai stati pubblicati”, ha spiegato Di Battista: “Io i voti non li ho visti, l’ho saputo di straforo, l’hanno scritto un sacco di giornali”.
La versione di Di Battista
“Conte non fu responsabile di questa congiura misera. All’epoca non era nemmeno iscritto al Movimento. Furono i miei ex colleghi a cercare in ogni modo di evitare che diventassi capo politico. Avevano l’idea: ‘Noi eleggiamo Conte così Conte sistema Di Battista e poi noi controlliamo Conte’. Invece è stato Conte a far fuori loro”, ha aggiunto Di Battista. E l’ex parlamentare non si fa problemi a fare i nomi: “Di Maio, Fico… Evitarono di fare votare il capo politico seguendo il vecchio statuto. Preferirono Conte perché pensavano che fosse più controllabile”. Dopo aver spiegato i perché della mancata creazione di un soggetto politico – “Non si tratta di un paura. Se non costruisci adeguatamente dal basso, fai la fine di tante liste che si sono candidate adesso e che hanno preso l’1%” – Di Battista ha rivelato numerosi corteggiamenti: “Cercato da tutti, anche da Fratelli d’Italia, da tutti tranne il PD e Forza Italia. Mi ha cercato De Magistris, i movimenti antisistema”.