I rimpatri dei migranti entro un tempo massimo di 4 mesi, saranno garanti con “un fondo che può arrivare fino a 50 milioni di euro, mentre attualmente dispone di cifre irrisorie 2-4 milioni di euro”. A precisarlo è stato stamane il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, che parlando dalla Farnesina ha appunto spiegato alla stampa le nuove misure per velocizzare il rientro in patria dei profughi che non dispongono dei requisiti necessari per restare in Italia. “Il fondo – aggiunge il leader del Movimento 5 Stelle – serve per pagare le spese di rimpatrio ma permette di implementare gli accordi attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo”. Quindi Di Maio ha proseguito: “Lavoriamo per evitare il ‘pull factor’ che si può evitare chiarendo il messaggio che chi ha bisogno di aiuto è ben accetto, ma chi in base alle regole internazionali non può stare qui sarà rimpatriato”. Presente anche il ministro della giustizia Bonafede, che ha aggiunto: “Ci sarà una valutazione caso per caso naturalmente ma sarà diverso il meccanismo dell’onere della prova: non ci sono i presupposti in mancanza di prova contraria”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DI MAIO, DECRETO SUI RIMPATRI: IL COMMENTO DI BONAFEDE

C’era anche il ministro della Giustizia, Bonafede, oggi alla Farnesina, in occasione della presentazione del nuovo decreto per accelerare i rimpatri dei migranti: “Con questo decreto – le parole del Guardasigilli – avendo un elenco di Paesi sicuri, si permette di dimezzare tutta la procedura. I magistrati – ha aggiunto – fanno già un lavoro importantissimo riescono a smaltire tantissime di queste domande e voglio ringraziarli pubblicamente. Tuttavia con un incremento così importante – conclude il suo intervento il titolare della Giustizia – oggi questo decreto dà alla Giustizia un aiuto importante”. Sulla questione dei rimpatri si è espresso anche il capo della polizia Franco Gabrielli, che parlando a margine del Festival delle Città di Roma, ha spiegato: “In Italia non esiste una modalità di accesso lecito e a questo bisogna metterci mano. L’immigrazione – ha proseguito – poggia su tre pilastri: la gestione dei flussi, i rimpatri e l’integrazione”. Gabrielli si è espresso anche sulle ong e sul decreto sicurezza: “Non sono d’accordo sulle multe alle ong. Ma è sbagliato dire che i due decreti sicurezza non siano del tutto corretti. Alcune cose sono positive: ad esempio, chi manifesta deve farlo pacificamente e non giudicare le forze dell’ordine come dei punching ball”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DI MAIO “DECRETO PER I RIMPATRI IN 4 MESI”

Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha presentato in conferenza stampa il nuovo decreto che ha l’obiettivo di agevolare i rimpatri dei migranti entro e non oltre 4 mesi dalla richiesta. Un decreto “che non urla, ma che fa i fatti”, spiega il capo politico del Movimento 5 Stelle, come riporta Fanpage. Nella norma interministeriale vengono individuati 13 paesi sicuri, con cui si potrà procedere a dei rimpatri più veloci: “Dall’aspettare due anni – prosegue il grillino – adesso passiamo ad aspettare circa quattro mesi. In Italia siamo all’anno zero, sul meccanismo di rimpatri non ci sono state implementazioni negli ultimi anni e negli ultimi 14 mesi”, con chiaro riferimento alle politiche dell’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini. I paesi inseriti nell’elenco sono precisamente Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia, Ucraina, e il decreto è stato sottoscritto dallo stesso Di Maio oltre che dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Credo sia un primo passo molto importante – ha aggiunto Di Maio – che rende il nostro Paese meno burocratizzato per quanto riguarda le procedure sull’immigrazione e più consapevole del fatto che chi sta qui può stare qui”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DECRETO DI MAIO PER I RIMPATRI: “ORA SERVIRANNO 4 MESI”

E’ atteso nelle prossime ore il decreto sul rimpatrio dei migranti. Ad annunciarlo è stato il ministro degli esteri Luigi Di Maio, che ospite della trasmissione Dritto e Rovescio in onda su Rete 4, ha così specificato ieri: “Domani (oggi ndr) firmerò un decreto che ci permetterà in 4 mesi di capire se le persone che arrivano possono stare qui o devono essere rimpatriate“. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha sottolineato la collegialità di questa decisione: “E’ una cosa che nasce dal concerto con il premier, con il ministro dell’Interno, è un lavoro di squadra che non voglio assolutamente improvvisare, e fa parte del programma di governo dove parliamo di politiche di accoglienza per chi può stare qui e di riammissione per chi non può”. Di Maio non crede nella soluzione “accogliamoli tutti”: “La soluzione è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi, ma per chi non può non possiamo aspettare due anni per sapere se possono stare qui o se possono essere rimpatriati. Sui rimpatri siamo fermi all’anno zero”.

DI MAIO “DECRETO PER RIMPATRIO MIGRANTI IN 4 MESI”

Il messaggio che il governo giallorosso vuole mandare con il nuovo decreto è il seguente: “inutile che venite se non avete i requisiti per la domanda d’asilo – continua il ministro – perché in maniera pacifica e democratica vi rimandiamo indietro”. Una decisione, quella del decreto, presa per accelerare i meccanismi di rimpatrio, che a volte potevano durare fino a 3 anni. Si parla anche del tema della redistribuzione di migranti fra i vari stati membri dell’Ue, una scelta positiva ma non comunque definitiva per Di Maio: “Dobbiamo fare più accordi con democrazie che votano, con Paesi con cui abbiamo fatto accordi commerciali, ad esempio quello sull’olio tunisino. Possiamo anche metterci d’accordo per dire: se arrivano barchini sulle nostre coste noi velocemente te li rimandiamo indietro, così lo fai una volta, due, ma alla terza non lo fai più”. Di Maio ha annunciato che nei prossimi giorni si recherà in alcuni paesi, come appunto l’appena citata Tunisia, per trattare di persona l’argomento.