Il premier Giuseppe Conte commenta il passo indietro di Luigi Di Maio, che da oggi non è più il capo politico del Movimento 5 Stelle. «La scelta mi rammarica, ma è una decisione di cui prendo atto con doveroso rispetto», ha esordito il presidente del Consiglio. Poi gli ha reso merito di molti risultati ottenuti, dicendosi convinto che continuerà in quella direzione. Il premier aggiunge che «la sua decisione rappresenta una tappa di un processo di riorganizzazione interna al Movimento 5 Stelle ormai in corso da tempo». Inoltre, si dice sicuro che questa decisione «non avrà alcuna ripercussione sulla tenuta dell’Esecutivo e sulla solidità della sua squadra». Conte, in merito a questa nuova fase del Movimento 5 Stelle, spiega che ora «dovrà completare questo processo e abbracciare con coraggio ed entusiasmo le nuove sfide che dovrà affrontare». Dopo aver augurato a Vito Crimi di svolgere al meglio il lavoro che lo attende, ha concluso assicurando che con Luigi Di Maio continuerà «a lavorare fianco a fianco fino al 2023 per consolidare il ruolo di primo piano dell’Italia nell’Europa e nel mondo». (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO SI DIMETTE DA CAPO MS5? ZINGARETTI: “MI DISPIACEREBBE”
Di Maio potrebbe dimettersi quest’oggi dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle. Dopo una settimana di chiacchiere, indiscrezioni, smentite e contro smentite, oggi dovrebbe essere il fatidico giorno dell’addio, con il ministro degli esteri pronto a fare un passo indietro. “Si dimette prima delle regionali. Dicono”, ha anticipato nelle scorse ore su Facebook l’ex pentestellato dissidente, Gianluigi Paragone. Il segretario generale del Partito Democratico, Zingaretti, ha invece commentato: “Non mi fa piacere se Di Maio lascia la guida del M5s”. Stando a quanto riferisce La Stampa nella sua edizione odierna, Di Maio potrebbe ricandidarsi come guida dei grillini ma con una sua squadra, dentro cui vi sarebbe l’attuale sindaca di Torino, Chiara Appendino, da sempre molto vicina al leader pentastellato. Una nuova ricandidatura che però non arriverà il prossimo marzo, quando si terranno gli Stati Generali, ma dopo, indicativamente attorno alla prossima estate/autunno. In ogni caso, quella di oggi si preannuncia come una giornata infuocata. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO VERSO LE DIMISSIONI DA CAPO POLITICO DEL M5S
«Luigi Di Maio verso le dimissioni da leader M5s»: indiscrezione bomba degli ultimi minuti, il ministro degli Esteri pronto a lasciare la guida dei grillini. La voce viene riportata da numerose testate, Il Foglio e Huffington Post in primis, e c’è vento di bufera nel Movimento a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna: secondo quanto descritto dai quotidiani, domani è previsto un incontro tra l’ex vice premier, i ministri ed i viceministri pentastellati. Appuntamento alle ore 10. Una notizia che confermerebbe i rumors circolati nelle scorse settimane, che volevano Di Maio pronto a fare un passo indietro dal ruolo di capo politico: lo staff di Di Maio ha liquidato tutto come «indiscrezioni non corrispondenti al vero», evidenzia Repubblica, ma più fonti qualificate confermano che domani potrebbe essere il giorno delle dimissioni.
“LUIGI DI MAIO, DIMISSIONI DA CAPO M5S: DOMANI IL PASSO INDIETRO”
«…Si dimette prima delle regionali. Dicono», il commento sibillino di Gianluigi Paragone su Facebook, ma sono tante le voci che si rincorrono in questi minuti. In caso di dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico – dopo l’addio al ruolo di tesoriere – la reggenza del Movimento spetterebbe a Vito Crimi, in quanto membro più anziano del Movimento. Una fonte vicina all’attuale titolare della Farnesina ha raccontato a Huffington post che nei giorni scorsi «Luigi escludeva questa possibilità, diceva che non c’è nessuno in grado di raccogliere il testimone senza indebolire il Movimento». In realtà, spiega Salvatori, l’elenco dei possibili eredi è lungo: tra gli altri Chiara Appendino, Paola Taverna, Stefano Patuanelli e Alessandro Di Battista. Attenzione però anche ad un’altra ipotesi, un po’ più soft del passo indietro tout court: parliamo di un’apertura del comando, da qui ai prossimi Stati generali grillini, a «una sorta di Gran consiglio pentastellato». Attesi aggiornamenti…