Trenta diplomatici russi in servizio presso l’ambasciata sono stati espulsi dall’Italia. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio da Berlino. Questa mattina la Farnesina ha convocato l’ambasciatore della Federazione russa per notificargli la decisione del governo italiano. Questa misura è stata presa insieme ad altri partner europei e atlantici, a partire da Germania e Francia. “Si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della crisi attuale della crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa“, ha spiegato Di Maio, precisando che questi trenta diplomatici sono ritenuti “personae non gratae“.
Operando sotto copertura diplomatica nel nostro Paese, rappresentavano dunque una minaccia per la sicurezza nazionale. Stando a quanto rivelato da La Stampa, che cita fonti esclusive, l’operazione è eseguita in stretto coordinamento tra Palazzo Chigi, Farnesina, Unione Europea e governi degli stati europei alleati. Rientra peraltro nell’ambito di una serie di iniziative simili molto dure che stanno perdendo molti paesi aderenti. Dunque, non riguardano solo le sanzioni a banche e oligarchi russi, ma affrontano il nodo dello spionaggio russo in Europa. A colpire è il numero molto alto di espulsioni decise dal governo.
IN ITALIA ALMENO 87 OPERATIVI RUSSI DAL 2018
La situazione è simile a quella francese e tedesca, a conferma della gravità del fenomeno. Già nei mesi scorsi Jacopo Iacoboni de La Stampa aveva citato fonti del controspionaggio da cui aveva appreso di almeno 87 operativi russi in azione in Italia dal 2018. La guerra in Ucraina ha accelerato gli approfondimenti cominciati nei mesi scorsi, quando fu decisa l’espulsione di due diplomatici dell’ambasciata russa a Roma, considerati in realtà agenti del GRU (i servizi segreti militari di Mosca), e l’arresto di Walter Biot, capitano di Marina accusato di aver rivelato ai russi in cambio di denaro materiale Nato coperto da segreto. Ieri la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha spiegato di aver selezionato 40 persone che ritengono lavorino per i servizi segreti russi. La Germania ha affermato che è arrivato il momento di proteggersi dallo spionaggio. Il quadro degli operativi russi in Germania e i mezzi usati dall’intelligence russa sono chiari, infatti si ritiene che operazioni di disinformazione e propaganda di guerra russa spesso siano attuate dagli stessi diplomatici.
ALLARME SICUREZZA ANCHE IN FRANCIA
L’allarme è scattato anche in Francia, del resto nella zona di Annerasse è stata attiva in questi anni, come evidenziato da La Stampa, una delle cellule più insidiose delle spie russe, la 29155 del GRU, di cui facevano parte militari poi andati nel Regno Unito per avvelenare Sergey Skripal. Si ritiene che ne facciano parte grandi esperti di intelligence russa come Andrey Soldatov. Ebbene, anche la Francia ha espulso ieri lo stesso numero di diplomatici annunciato dal governo italiano. La Russia dal canto suo annuncia ritorsioni, che però non sembrano in grado di fermare la macchina avviata dai principali alleati europei. Le motivazioni della decisione di Emmanuel Macron peraltro coincidono con quelle italiane. “La Francia ha deciso questa sera di espellere molto personale russo con status diplomatico assegnato alla Francia, le cui attività sono contrarie ai nostri interessi di sicurezza. Questa azione fa parte di un approccio europeo. La nostra prima responsabilità è sempre garantire la sicurezza dei francesi e degli europei“. Dunque, basta leggere la dichiarazione di Parigi per comprenderlo.