«Passo indietro dal ruolo di capo politico del Movimento? Se ne sentono tante», così Luigi Di Maio ai microfoni dei cronisti dopo le indiscrezioni delle ultime ore che parlano di un suo addio al ruolo di leader grillino. Circostanza già smentita dal suo staff in una nota: «Smentiamo ogni ricostruzione apparsa questa mattina sugli organi di stampa in relazione a una presunta – e ovviamente falsa – distanza tra il capo politico M5s Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte. Il presidente e Luigi Di Maio stanno infatti portando avanti in piena sintonia il lavoro sui vari dossier internazionali. Inoltre Luigi Di Maio non ha mai detto, tantomeno pensato, che dietro le voci giornalistiche che lo danno dimissionario da leader politico ci sia la comunicazione di palazzo Chigi. Anche questa ricostruzione è totalmente priva di fondamento». E, come riporta l’Ansa, anche Alessandro Di Battista è dalla sua parte: «Luigi Di Maio sta parlando, per me, come dovrebbe parlare un Ministro degli Esteri. Qualcuno dice che è ‘inesperto’. Però per me sta parlando bene. Erano anni che aspettavo un Ministro degli Esteri che parlasse di pace. Pare che parlare di pace sia ormai diventato un insulto… ». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



DI MAIO VERSO ADDIO? VITO CRIMI REGGENTE DEL M5S

Sembra ormai destinato a lasciare la guida del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Da più parti si parla di un addio imminente, probabilmente già prima delle elezioni regionali in Emilia e in Calabria in programma il prossimo 26 del mese, o comunque prima degli stati generali del 13-15 marzo prossimi. Al suo posto ci sarà Vito Crimi, il più anziano degli eletti, come reggente del Movimento, in attesa poi di trovare un nuovo leader. Secondo il Quotidiano.net, il giorno cruciale sarà il 21 gennaio, ad una settimana dalle elezioni, e il giorno in cui verranno nominati i facilitatori regionali che insieme a quelli nazionali andranno a comporre il nuovo Movimento 5 Stelle. Sono comunque diversi i big che stanno sostenendo Di Maio in queste ultime ore, leggasi il ministro della giustizia Bonafede, il sottosegretario a Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, il viceministro dell’Economia Laura Castelli, e infine, il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DI MAIO LASCIA GUIDA M5S? LA DIFESA DI DI STEFANO

Caos ai vertici del Movimento 5 Stelle, con le notizie delle ultime ore che parlano addirittura di dimissioni da parte del leader storico, Luigi Di Maio. Il ministro degli esteri ha smentito, ma da più parti, come sottolineano in particolare Il Foglio e Il Fatto Quotidiano, si parla di un suo addio a breve. La mossa arriverebbe prima del 26 gennaio, di modo che lo stesso Di Maio si tirerebbe fuori da un’eventuale debacle alle regionali in Emilia Romagna e Calabria, alla luce del fatto che lo stesso non avrebbe voluto nemmeno partecipare a quelle elezioni. Sulla vicenda è intervenuto l’esponente del M5s, Manlio Di Stefano, che attraverso Facebook ha fatto sapere, difendendo a spada tratta il suo leader: “L’ipocrisia è un male ma l’irriconoscenza è peggio. Combatto per il M5S da principio e riconosco i volti di chi al mio fianco ha fatto crescere quel progetto. Tra questi c’è quello di Luigi Di Maio. Ora siete liberi di scegliere se fare di questo momento un facile j’accuse contro Luigi, o più onestamente aiutarci a riprogettare il nostro futuro grazie a Luigi. Siete persino liberi di credere alle favole che stanno raccontando i parassiti che ci stanno succhiando il sangue dall’interno, ma a questo non c’è cura se non la psichiatria”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DI MAIO LASCIA GUIDA M5S? NUMEROSI I RUMORS

Dalle fughe dei parlamentari verso il Gruppo Misto ai sondaggi sempre più “bassi”, dallo scollamento con gli altri leader storici (Di Battista e Fico) fino alla mancanza di risultati tanto alla guida del M5s quanto da Ministro prima del Lavoro e oggi ancor di più negli Esteri: Luigi Di Maio è nella bufera, politica prima di tutto, ma che rischia di compromettere l’andamento e l’immediato futuro del Movimento 5 Stelle da lui guidato ormai da prima delle Politiche 2018. Un vantaggio di consenso dilapidato in solo un anno (quasi tutto a favore della Lega di Salvini, il resto verso il Pd di Zingaretti) e le varie scelte elettorali/politiche dei due anni successivi stanno mettendo sempre più sulla graticola il leader grillino: il fondatore-comico-amico lo aveva confermato prima di Natale, ma ora la situazione si fa preoccupante dopo i tantissimi parlamentari che tra espulsioni e auto-epurazioni si stanno dirigendo verso il Gruppo Misto proprio perché in rotta con la leadership di Di Maio. Da ultimo, quel documento presentato ieri in Senato da Primo Di Nicola, Emanuele Dessì e Mattia Crucioli che chiede senza nascondersi «via la figura del capo politico» e via «Casaleggio dalla guida di Rousseau». Ebbene, oggi prima Dagospia con un “rumors” di palazzo e poi il Fatto Quotidiano con il collega Luca De Carolis lanciano la “bomba”: «Luigi Di Maio pronto a mollare la guida del Movimento 5 Stelle prima delle Elezioni Regionali in Emilia Romagna e Calabria».

DI MAIO LASCIA LA GUIDA DEL M5S: BUFALA O VERITÀ?

Per capire se sarà bufala o verità evidentemente servirà il tempo, neanche troppo lontano, per capire le evoluzioni della crisi M5s e del suo leader Di Maio: con Beppe Grillo in silenzio sospetto, senza neanche affondare il colpo durante il discorso-non discorso di fine anno, l’impressione è che sull’asse Conte-Casaleggio-Grillo si stia pensando quali contromosse studiare per evitare di far naufragare la baracca e nello stesso tempo permettere a Di Maio di rivedere lui in primis il suo ruolo. «In ogni caso, Grillo ha il cruccio di sbagliare di nuovo, e pure lui adotta la strategia della melina: aspettiamo le elezioni di fine mese prima di cambiare il vertice politico del Movimento. Sempre che Di Maio non faccia un colpo di scena mollando prima lui il ruolo, per risparmiarsi l’umiliazione di essere esautorato», scrive Dagospia lanciando la prima parte della “bomba”. Poi ci pensa Il Fatto, sempre molto informato di questioni M5s, a continuare il retroscena: «Un 4-5 per cento nelle urne (in Emilia Romagna, ndr) per il Movimento sarebbe disfatta e per lui l’ abituale ritorno nel ruolo di unico imputato, della sconfitta. Soprattutto, Di Maio è stanco degli infiniti problemi e delle mille battaglie interne». Qualche mese fa il “candidato ideale” per il M5s c’era e si chiamava Giuseppe Conte, ma gli ultimi mesi con il nuovo Governo e lo spostamento verso mosse e tesi sempre più pro-Europa e filo-Pd hanno raffreddato i rapporti tanto fra Di Maio e Conte quanto tra lo stesso Beppe Grillo e il Presidente del Consiglio. Con Di Battista troppo inadatto, secondo i vertici grillini, a rivestire il ruolo di Di Maio, il successore in casa ce l’avrebbero già – secondo i rumors sarebbe Stefano Patuanelli, attuale Ministro del Mise – ma resta tutto da capire come gestire l’eventuale “trapasso” senza causare un colpo mortale alla maggioranza di Governo. Gli attacchi anche a Davide Casaleggio rendono però ancora più complessa la partita di un partito che a marzo, a Torino, terrà gli Stati Generali: un congresso che potrebbe essere lo snodo decisivo (e definitivo) per il futuro del Movimento 5 Stelle. E forse, anche del Governo.