DI MAIO LASCIA M5S: ANNUNCIO IN CONFERENZA STAMPA

Le parole di Di Maio in conferenza stampa: “Stiamo cercando la pace e mentre cerchiamo di ravvivare il negoziato, stiamo conducendo un’altra battaglia per le famiglie italiane: quella sul prezzo del gas. Unità dell’Europa dipende dall’unità degli Stati membri. Bisogna lasciare da parte ogni tipo di polemica strumentale, garantendo stabilità e sicurezza. Davanti a questa guerra devastante l’Europa deve essere unita, come ci ricordava David Sassoli col suo esempio. Un grande esempio di correttezza, senso delle istituzioni e pacatezza. La prima forza politica in Parlamento ha messo in difficoltà il Governo anche in occasione di vertici internazionali, solo per recuperare qualche punto percentuale. Picconare la stabilità del Governo è da irresponsabili. La guerra non è uno show mediatico, è maledettamente atroce e vera. Negli ultimi giorni c’è stata un’escalation contro di noi, con attacchi personali che hanno minato anche la compattezza del Governo. In questi mesi, la prima forza politica in Parlamento aveva il dovere di evitare ambiguità ma così non è stato. Vogliamo parlare con il massimo della franchezza, partendo proprio dall’ambiguità in politica estera del Movimento Cinque Stelle. Sostenere i valori europei è l’unica mossa che possiamo fare. Non possiamo stare dalla parte sbagliata della storia, dobbiamo stare dalla parte del mondo libero. La pandemia prima e la guerra poi hanno chiamato alla responsabilità tutti i partiti. Negli ultimi 10 anni abbiamo attraversato diverse fase politiche ma ora la responsabilità va messa avanti. Mi sono interrogato a lungo sul percorso del M5S. Non siamo riusciti a cambiare, ci siamo ancorati a vecchi modelli. Era necessario parlarsi, aprirsi, ascoltare critiche ma questo non è stato possibile. In questi giorni alcuni di noi sono stati messi di fronte ad un bivio: scegliere tra la statura dell’Italia e il proprio partito. Noi non abbiamo avuto dubbi. In questi giorni ho tenuto a mente che ho giurato da Ministro sulla Costituzione, anche quando si devono fare rinunce politiche al tuo partito. Vorrei dire grazie al M5S, ho dato il massimo. Sono stati anni intensi e quella di oggi è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. Io e altro colleghi lasciamo il Movimento Cinque Stelle. Ora daremo spazio ai cittadini e ai sindaci. Mettiamoci in cammino, Insieme per il Futuro. (agg. Josephine Carinci)



DI MAIO LASCIA IL M5S? FIRME PER NUOVO PARTITO: TUTTI I NOMI DELLA SCISSIONE

Quanto sta avvenendo al Senato in queste ore

può cambiare forse per sempre la storia e soprattutto il futuro del Movimento 5Stelle: Luigi Di Maio è ormai sempre più vicino all’addio, da consumarsi nelle prossime ore (forse già domani mattina) con l’annuncio della formazione di un nuovo partito-gruppo parlamentare di cui vi sarebbe anche già il nome.



Secondo le fonti parlamentari de “Il Foglio” la lista in preparazione del Ministro degli Esteri si chiamerebbe “Insieme per il Futuro”: tutte le agenzie nazionali riportano, con numeri diversi ma comunque assai simili, dello scouting dei collaboratori di Di Maio per costituire già da subito gruppi parlamentari alla Camera e al Senato. Di fatto, dando il via all’ennesima – ma questa più clamorosa visto il personaggio – scissione in casa M5s: il tutto mentre il Presidente del Consiglio Mario Draghi, con le Comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio Ue dei prossimi giorni, ha di fatto confermato il pieno sostegno all’Ucraina tanto nel processo di ingresso in Ue quanto nell’invio di armi e aiuti. Una risoluzione da giorni preparata dall’ala più “contiana” del Movimento 5Stelle, di fatto stroncante il continuo sostegno all’invio di armi dall’Italia, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso in casa M5s: prima la tentata semi-espulsione a Di Maio (perché intervenuto con durezza contro quella risoluzione), poi la ricercata mediazione per non far venire meno l’appoggio al Governo Draghi da parte dello stesso M5s e infine le ore febbrili in cui vi scriviamo dove un’intensa accelerazione arrivata da Di Maio ha posto numerose firme tra i parlamentari per l’adesione ad un prossimo nuovo partito. «Telefoni roventi, stanno provando a sondare tutti…», confida un eletto grillino all’Adnkronos; si punta al Senato a riunire 10 parlamentari mentre alla Camera il gruppo arriverebbe già a 35 deputati intenti a cambiare casacca. Se per la Camera il nome “Insieme per il Futuro” potrebbe già essere presentato (servono minimo di 20 deputati per formare un nuovo gruppo), al Senato occorre legarsi ad un simbolo pre-esistente per poter sussistere (come fece Italia Viva di Renzi con il Psi): secondo i giornalisti del Corriere della Sera, DiMaio potrebbe chiedere a Beatrice Lorenzin di prestargli il simbolo al Senato. Ecco qui di seguiti i primi nomi che uscirebbero dal M5s per seguire il gruppo di Luigi Di Maio (secondo fonti Adnkronos e ANSA):



Camera: Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella (presidente della Commissione Agricoltura della Camera che ha annunciato in una chat la sua uscita dal gruppo M5S);
Senato: Trentacoste, Presutto, Di Nicola, Campagna, Nocerino, Donno, Vaccaro, Fenu

PERCHÈ DI MAIO LASCERÀ IL M5S E COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO

La giornata di “implosione” del Movimento 5Stelle era stata del resto preceduta dalla criptica dichiarazione di Beppe Grillo, tornato a parlare dopo le fortissimi liti interne tra Conte e Di Maio degli scorsi giorni: «Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà».

Passano poche ore e Di Maio di fatto lancia la scissione del M5s con i possibili addii di diversi parlamentari in aperto scontro con il Presidente 5Stelle Giuseppe Conte. L’impressione dunque è che le parole del Garante-Elevato possano aver solamente preso atto di una decisione già presa forse da giorni, se non settimane, in casa M5s. Come racconta molto bene in questa intervista esclusiva al “Sussidiario.net” Mario Suttora, il nodo dello scontro non è la tenuta del Governo Draghi bensì la “rissa” avverrebbe per l’ambito “centro”: «Al di là delle beghe legali, il problema è che Conte e i contiani non sopportano più Di Maio e i dimaiani. Ma si tratta di personalismi, perché entrambi sono moderati che vogliono occupare uno spazio al centro. Quindi le loro liti hanno il sapore della sceneggiata napoletano-pugliese». Ci aggiungiamo un ulteriore elemento di riflessione in queste ore frenetiche tra annunci, rumors e “firme improvvise” a Palazzo Madama: tra un anno con le Elezioni Politiche non solo la lista M5s è destinata comunque a prendere molti, molti meno voti rispetto al 34% del 2018; ebbene, dopo la legge voluta da Conte e Di Maio sul taglio dei parlamentari, la lista di chi potrebbe sedersi nuovamente in Parlamento è molto più stretta. Ergo, la corsa per accaparrarsi quei posti pare sia già enormemente cominciata (e mica solo in casa M5s…).