Le prossime due settimane saranno cruciali per capire se la concessione per la gestione delle autostrade italiane sarà affidata ancora ad Aspi o meno. Nella giornata di ieri il ministro degli esteri, Di Maio, ha fatto chiaramente capire l’intento del suo partito, quello di levare la concessione di cui sopra alla famiglia Benetton. Ci va più cauta invece la ministra dei trasporti, Paola De Micheli (in quota Partito Democratico), secondo cui la decisione verrà presa in maniera collegiale. La stessa ha fatto stilare un dossier su Autostrade, che si chiuderà appunto fra due settimane, e in cui vi saranno, scrive La Stampa, i report sulle manutenzioni, i procedimenti giudiziari aperti, e i pareri dell’Avvocatura sui contratti stipulati con la società a cui capo vi è la famiglia Benetton. Dalle risultanze del rapporto si deciderà come procedere, fatto sta che in seno al governo sembrerebbe esservi sempre più agitazione, e il recente crollo di parte della volta in una galleria dell’A26, avrebbe fatto convincere anche lo scettico Pd a schierarsi a fianco del M5s. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DI MAIO NEL MESSAGGIO DI INIZIO ANNO “VIA CONCESSIONE AUTOSTRADE”
In attesa che il mondo della politica “reagisca” alle parole incendiarie lanciate dal leader M5s Di Maio contro Autostrade – solo ieri la Ministra dem De Micheli ha incontrato i vertici di Aspi per condurre la delicata trattativa su concessioni, pedaggi e manutenzione delle tratte autostradali – il “lascito” di queste dichiarazioni non può che rendere più complessa la veridica di Governo che si apre davanti al Conte-bis nelle prossime immediate settimane. «C’è una nuova visione di Paese che deve entrare nel nuovo contratto di governo – ha detto Di Maio nel suo messaggio di Capodanno 2020 -. Verosimilmente i lavori del Parlamento dovrebbero ricominciare l’8 o il 9». Il Ministro degli Esteri rilancia sulla “verifica” con Pd, Italia Viva e LeU ma fissa le prime “condizioni”, «credo sia arrivato il momento di sedersi attorno a un tavolo e scrivere il nuovo contratto di governo perché noi vogliamo dire ai cittadini italiani non solo cosa vogliamo fare nei prossimi tre anni ma anche entro quando lo vogliamo fare. Per questo serve un nuovo accordo di governo sui tempi e noi abbiamo grandi battaglie ancora da realizzare»; per Di Maio primaria è la legge sull’acqua pubblica, «che nel 2020 speriamo possa diventare legge», la legge sul salario minimo orario «che avevamo promesso e che dobbiamo realizzare» e tante altre cose «ancora da fare».
IL MESSAGGIO DI CAPODANNO 2020 DEL LEADER M5S
Poco fa Luigi Di Maio con un messaggio di buon anno 2020 nel giorno di Capodanno ha provato a colmare il “vuoto” lasciato ieri sera dal Controdiscorso “canonico” di casa M5s che invece non c’è stato: forse perché ancora al Governo, forse perché la base non vive momenti “esaltanti” nel rapporto con la leadership, sta di fatto che Beppe Grillo ha mandato un video di un minuto dove scava una buca enorme in spiaggia e invita tutti “all’ottimismo”. Di contro, il Ministro degli Esteri ha piazzato un messaggio di Capodanno 2020 di oltre mezz’ora toccando praticamente tutti i punti all’ordine del giorno nell’emergenza Governo, M5s e Italia futura. Il punto però più importante lo esprime all’inizio del suo video di auguri: «La retorica che si perdono i posti di lavoro» con la revoca delle concessioni ad Autostrade è una sciocchezza. Si perdono i profitti dei Benetton ed è giusto, perché non hanno fatto quanto dovuto per mantenere quel ponte Morandi. Io non sono tranquillo che ci siano quei signori che non hanno mantenuto il ponte Morandi che ora gestiscono 3 mila chilometri, bisogna riprenderci quella gestione e poi i dipendenti verranno chiaramente impiegati». In poche parole, dopo l’approvazione del Decreto Milleproroghe (che tante frizioni ha provato con Pd e soprattutto Matteo Renzi) Di Maio tira dritto e annuncia l’imminente revoca delle concessioni autostradale ad Aspi.
DI MAIO ATTACCA FIORAMONTI E SALVINI
Passando a riferimenti “diretti”, Di Maio nella sua diretta Facebook ha poi “nominato” neanche tanto per il sottile le recentissime vicende interne al M5s in particolar modo le fughe dei Parlamentari fuori dal Movimento, a cominciare dal Ministro dell’Educazione Lorenzo Fioramonti: «Per farlo dobbiamo restare compatti, uniti. C’è qualcuno che sale sul treno M5s e poi cambia è successo, non so se succederà in futuro. Ma in passato è successo che qualcuno entrava con la casacca del Movimento e poi andava al gruppo Misto dicendo che c’è un problema di verticismo in M5s». Tira aria tesa in casa M5s e Di Maio non lo nasconde, anzi passa al contrattacco senza per il momento fare “nomi” «Alcuni sono quelli che venivano a chiedermi una carica non la ottenevano e poi se ne andavano al Misto». Facendo poi riferimento al discorso di Matteo Salvini che ha affidato l’anno che viene al Santissimo nome di Maria, Di Maio non accenna a deporre le armi con l’ex alleato che solo un anno fa presentava insieme a lui i risultati del Decretone Quota 100-Reddito di Cittadinanza: «Non citerò né madonne o Dio, lo lasciamo fare a chi sta in difficoltà, a chi ha davvero bisogno, noi non abbiamo bisogno di slogan o frasi fatte, o di invocare l’aiuto di Dio per fare carriera politica». Il timore conclusivo – dopo aver ringraziato e lodato il discorso di Capodanno del Presidente Mattarella – ammette il leader grillino, è che se il M5s non rimarrà vigile e compatto «vi sarà una sorta di restaurazione 2.0 dietro l’angolo se M5s non resta al Governo […] Gli anni 20 sono gli anni in cui M5s deve essere determinante per le politiche pubbliche».