Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio torna ad alzare la voce in merito all’emergenza migranti che vede ancora una volta l’Italia in prima linea: il titolare della Farnesina, che nelle ultime aveva auspicato a un lavoro comune del nostro Paese con le autorità tunisine e si era segnalato all’interno della maggioranza per una posizione diversa rispetto al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha esortato l’UE a rispondere all’emergenza e a rispettare i patti: “La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario, è un tema di sicurezza nazionale: non dobbiamo pensare a come bloccare gli sbarchi, ma a come fermare le partenze” ha detto al “Corriere della Sera” l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle, chiedendo che a Bruxelles e dintorni vengano rispettati i patti pregressi e si tenga conto del meccanismo di redistribuzione dei profughi che già era in vigore. “La redistribuzione era stata sospesa durante il picco della pandemia, ma ora in Italia è passato e il nostro confine meridionale è un confine europeo oltre che italiano”.
DI MAIO: “MIGRANTI? E’ EMERGENZA NAZIONALE: UE DEVE RISPONDERE PERCHE’…”
Va detto che, mentre l’esecutivo ha raggiunto nella notte una intesa per la modifica a settembre di alcuni punti dei Decreti Sicurezza (su cui prima il Colle e poi la Consulta avevano rispettivamente mosso dei rilievi e sollevato profili di incostituzionalità), proprio ieri la Commissione Europea aveva -pur tardivamente- fatto sentire la sua voce riconoscendo che a Lampedusa esistono difficoltà significative a causa dell’intensificarsi degli sbarchi. Uno dei portavoce della Commissione UE, infatti, nella serata di ieri sera aveva ammesso che si segue da vicino la questione del porto siciliano e che, “anche se in prima battuta è compito dello Stato Membro occuparsi di tali difficoltà, restiamo disponibili se ci saranno ulteriori richieste dall’Italia”. Lo stesso portavoce, incalzato sui presunti respingimenti effettuati da parte di Malta e del nostro Paese, ha ricordato che al momento non ve ne sarebbero pur precisando che l’UE continua a non ritenere la Libia un porto sicuro. Parole che non hanno probabilmente soddisfatto Di Maio che oggi chiede a gran voce una risposta chiara e ne approfitta per scavare sullo spinoso tema un solco rispetto ai dem all’interno della maggioranza.