«La cosa che non avete capito è che io non sto facendo il doppio gioco nel difendere questo governo. Perché, se cade, io farò comunque parte del prossimo, come ministro», questa frase di Luigi Di Maio del 4 dicembre scorso, riportata dal retroscena de “La Stampa”, ha dominato politicamente questa domenica assieme alle ben note frizioni presenti nella maggioranza su Recovery Plan, Manovra e Dpcm Natale. Mentre a Palazzo Chigi in serata si terrà una riunione d’urgenza convocata da Conte per discutere del tema degli spostamenti nei giorni natalizi (oltre alle deroghe sui piccoli Comuni, anche eventuali strette e ulteriori limitazioni al movimento delle persone), resta sullo sfondo il mare agitato del Governo dopo gli ultimatum di Renzi degli scorsi giorni: il Segretario Pd Zingaretti sul Corriere della Sera oggi ha provato a “spegnere” le polemiche, non potendo però smentire l’intento dem di voler rilanciare l’azione di Governo con «un deciso cambio di passo». Ed è allora che le parole di Di Maio sulla possibilità non remota di un “Conte-ter’ – ‘captate’ in una riunione con i gruppi parlamentari M5s e sveltamente smentite dallo stesso Ministro degli Esteri – hanno riecheggiato nelle fitte trame politiche di palazzo, confermando quel senso di “crisi” che accompagna ormai da giorni Conte e il suo entourage.



DI MAIO TRA PREMIER E RIMPASTO…

Se nel Centrodestra si discute di un possibile Governo “di larghe intese” (Forza Italia “Sì”, Lega “forse”, Meloni “no grazie”) nel Governo l’ipotesi di “commissariare” Conte con un tris di vicepresidenti e un profondo rimpasto è stato il senso del retroscena odierno di “Repubblica”. Come si può ben notare, più sale l’agone della sfida-rottura in seno alla maggioranza, più i retroscena e le “voci” si moltiplicano. Il diretto interessato ha però voluto precisare in prima persona sui social che tanto le “notizie” sulla possibilità di un Governo Conte-ter, quanto quelle addirittura di un Di Maio premier, non hanno fondamento: «Oggi ancora fake news su di me, evidentemente qualcuno semina zizzania, quindi voglio essere chiaro: è fuori dal mondo mettere in discussione Giuseppe Conte. Se poi ci sono differenze di vedute, si risolvono da persone adulte, ma basta falsità!». Resta però il senso di una maggioranza tutt’altro che unita alla vigilia delle due sfide più importanti della recente storia repubblicana italiana: il piano vaccini anti-Covid e il Recovery Fund. Per questo motivo le trame si infittiscono e le ipotesi sul futuro prossimo del Governo Conte-bis si moltiplicano, da ultimo la clamorosa (e ovviamente non confermata) chat sulla quale Renzi avrebbe detto agli alleati Zingaretti, Franceschini e Fico «Se cade Cote esistono tante opzioni e una maggioranza per un altro governo. C’è Di Maio, per esempio…».



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