Luigi Di Maio a 360° ai microfoni di Otto e mezzo. Il ministro degli esteri ha analizzato le proteste di piazza contro il green pass e le tensioni nel Movimento 5 Stelle, ma ha esordito commentando le discussioni sul dossier pensioni: «Quota 100 l’abbiamo scritta e programmata per tre anni, aveva la funzione di agire sulle PA e sulle imprese per abbassare l’età media e favorire nuove assunzioni, ma oggi sul tavolo non c’è più Quota 100. E nessuno vuole tornare alla legge Fornero. Quota 100 ha avuto una sua funzione, ma già un anno e mezzo fa sapevamo che non sarebbe stata più sostenibile se rinnovata».



Luigi Di Maio ha da poco pubblicato la sua autobiografia e ha confermato giudizi piuttosto severi sull’ex alleato di governo Matteo Salvini, definito inaffidabile e falso: «Non si è preso neanche le responsabilità del governo Conte I, confermo il fatto che in quanto ad affidabilità non è stato il massimo. Ora lavoro con i ministri della Lega e lavoro bene. Questo è un governo nato per realizzare il Pnrr e la campagna vaccinale, dobbiamo continuare a lavorare così».



LUIGI DI MAIO: “DI BATTISTA? HA FATTO LA SUA SCELTA”

Nel corso della lunga intervista a Otto e mezzo, Luigi Di Maio è tornato sul rapporto con Alessandro Di Battista, che ha lasciato recentemente il Movimento 5 Stelle dopo anni di battaglie insieme: «Non credo che voglia portarsi dietro i no vax, lui è anche vaccinato. Sostegno a no green pass? Lui ha fatto la sua scelta. Io non posso che parlarne bene, non ho nessuna intenzione di accusarlo di fare qualche operazione».

Luigi Di Maio si è poi soffermato sulle pesanti critiche ricevute nel corso degli anni, sottolineando che «per screditarmi mi hanno definito omosessuale»: «Excusatio non petita? Io ho detto che non mi sono offeso e che era una notizia non vera, perché sono eterosessuale e felicemente fidanzato. Giornalisti e politici hanno utilizzato questa cosa in campagna elettorale per dirmi che ero omosessuale come attacco. Sono stati utilizzati toni di discredito, ho voluto raccontare fin dove si spinge la politica per offendere il proprio oppositore».