«Ho chiesto la fiducia agli iscritti perché anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto. A me non me ne frega nulla della poltrona. Non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela»
, così Luigi Di Maio all’assemblea dei parlamentari M5s, come riporta Huffington Post. Nelle prossime ore è in programma il voto su Rousseau sul ruolo del leader pentastellato ed emergono retroscena sulle dinamiche, a partire dalle parole di Alessandro Di Battista: «Proponente anziché lamentarvi. Luigi ti chiedo scusa per non aver fatto abbastanza in questi mesi per aiutarti», riporta Adnkronos. Così Gianluigi Paragone: «Alla luce delle dichiarazioni di questi giorni, hai ancora fiducia in me?». Infine, l’inciso di Roberto Fico: «Il problema non è Luigi, ma siamo tutti e dobbiamo lavorare insieme. Serve più lavoro sul territorio». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SPADAFORA: “COSI’ GOVERNO A RISCHIO”
Luigi Di Maio
nel limbo tra il voto su Rousseau e la tenuta del Governo dopo le europee. Pochi minuti fa è iniziata l’assemblea dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, una delle più delicate di sempre: «Dobbiamo decidere se sostenere o no il governo. Conte vuole saperlo», le parole del capo politico secondo quanto riporta Open, con il sottosegretario Vincenzo Spadafora che ha affermato: «Mettere in discussione Di Maio, significa metter in discussione il governo». Ricordiamo che anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è schierato al fianco del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico: «Mi sembra scontato: da parte mia la fiducia a Di Maio è assoluta e totale. Di Maio ha deciso di chiedere agli iscritti un atto di fiducia, è un suo gesto in un momento in cui il movimento gli ha già confermato la fiducia coma fatto da grillo e da altri esponenti». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO, VOTO SU ROUSSEAU: LE PAROLE DI NUGNES E FRACCARO
Bagarre in casa M5s su Luigi Di Maio, con gli attivisti chiamati a valutare il futuro del leader politico sulla piattaforma Rousseau dopo la debacle alle europee. Paola Nugnes ha attaccato su Facebook: «Se su Luigi hanno investito quasi 50 mila euro solo tra marzo e maggio solo per sponsorizzazioni Facebook…. Se Rousseau serve solo a ratificare e a controllare il consenso… questa scelta è la tomba di ogni tentativo di revisione. Sono stata tentata al pensiero di venire stasera alla congiunta, ma a questo punto ritengo davvero di aver già dato TROPPO a “questo” m5s». Il ministro Riccardo Fraccaro, invece, si schiera al fianco del vice premier: «Voglio esprimere massima fiducia e totale sostegno a Luigi Di Maio. La sua decisione dimostra la volontà di ascoltare la voce dei cittadini che lo hanno eletto capo politico, come sempre senza sottrarsi e anzi mettendoci la faccia. Luigi è riuscito a portare il M5S al Governo e con la sua guida abbiamo realizzato il reddito di cittadinanza e le moltissime misure targate M5S che sono state approvate in questo primo anno di legislatura. Ci sono dei cambiamenti da fare e li realizzeremo, ma la guida di Luigi resta un punto fermo. E noi saremo al suo fianco. Di Maio non si è mai risparmiato, battendo palmo a palmo le piazze e i territori, incontrando cittadini, lavoratori e imprese. Ha lavorato nelle istituzioni per portare avanti le battaglie del M5S, giorno e notte. Ho l’onore di essere al suo fianco ormai da anni e non ho mai visto nessuno spendersi così tanto per difendere gli interessi dei cittadini. Una nuova strutturazione è necessaria e decideremo insieme quella che vorremo darci ma Luigi deve continuare con la massima determinazione: per quanto mi riguarda si va avanti riconfermandogli la fiducia. Il M5S ha bisogno di lui». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GRILLO E CASALEGGIO “CONFERMANO” IL MINISTRO
Sarà una lunga giornata quella di domani per Luigi DI Maio, con un base piuttosto inferocito contro il suo stesso leader e con un voto su Rousseau che potrebbe per la prima volta mettere in dubbio il ruolo dei leader nel Movimento 5Stelle. Dopo però gli interventi di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, la sua posizione “migliora”, o quantomeno si intuisce alla perfezione quale sia il mantra voluto dai due veri “leader” (morale e operativo) interni ai 5Stelle. «Dopo due giorni di Radio Maria e musica classica, dico questo: il Movimento ha subito una sconfitta e questo movimento deve reagire a quello che è successo. La diffusione di dichiarazioni che discutono della delusione scaturita dalle urne, come se fosse un calo delle vendite per una multinazionale, è un ferita per me. Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E’ già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima», scrive Grillo sul suo Blog questo pomeriggio. Il figlio di Gianroberto invece commenta «la scelta di Di Maio non solo ha mostrato grande coraggio ma anche grande coerenza e rispetti dei principi e valori del partito». Insomma, come a dire: “bravo Luigi che ti esponi, ma non ce ne sarebbe stato bisogno”, il che aumenta la “pressione” sugli iscritti di Rousseau..
GLI SCHIERAMENTI: CHI PRO, CHI CONTRO DI MAIO
Si è concluso il vertice tra Conte, Salvini e Di Maio e la esultanza immediata è il rinvio del CdM in attesa di capire cosa succederà domani con il voto su Rousseau e cosa avverrà oggi con la lettera in arrivo dalla Commissione Ue sul debito italiano. Il leader della Lega ha spiegato brevemente ai cronisti fuori da Palazzo Chigi «se nei M5s prevale la linea di barricata valuteremo il da farsi per il prosieguo del Governo». Insomma, tira ancora brutta aria sull’esecutivo e inevitabilmente il caos interno al M5s è origine e appendice: «I gruppi locali, colpa anche dell’utilizzo esclusivo di Rousseau, sono allo sbando e, quello che manca, rispetto al passato, sono tutti quegli attivisti che erano l’anima del Movimento. La rete è fondamentale ma i territori lo sono di più. E loro meritano delle risposte» attacca il deputato M5S Andrea Colletti con un lungo post su Facebook, e aggiunge «Abbiamo fatto una campagna elettorale delle Europee totalmente anomala, senza alcun coordinamento.Manifesti e volantini sono arrivati una settimana prima del voto. I candidati sono stati fatti competere ad armi impari con divieti su divieti di fare qualsiasi cosa». È un tutto contro tutti con due schieramenti – anzi 3 – che domani si sfideranno sulla piattaforma Rousseau con il voto decisivo sul loro leader: contro Di Maio si sono espressi in tanti in questi giorni post Elezioni Europee, su tutti Nicola Morra, Carla Ruocco, Roberta Lombardi ma anche l’area di Roberto Fico, il deputato Luigi Gallo tra gli altri. A fianco del Ministro invece si sono schierati, oltre alle sindache Raggi e Appendino, anche i Ministri Bonafede, Toninelli e Fraccaro, ma anche i capigruppo Patuanelli e D’Uva. C’è poi la terza via, quella di Casaleggio e Di Battista che in maniera diversa – il primo col silenzio, il secondo con stoccate e difese – hanno mantenuto una equidistanza da Luigi Di Maio: da domani però quella “distanza” dovrà essere sciolta, in una direzione o nell’altra a seconda dei risultati del voto.
DI MAIO: DIMISSIONI O CONFERMA?
È in corso un lungo incontro a Palazzo Chigi tra il Premier Conte e il vice Luigi Di Maio, dopo un altro vertice “a tre” dove ha partecipato anche l’altro vicepremier, Matteo Salvini: sul tavolo di certo le prossime tappe del Governo dopo le Europee ma sicuramente anche la prova decisiva che domani il leader M5s dovrà superare, ovvero il voto su Rousseau nel merito del suo ruolo da leader 5Stelle, con le possibili dimissioni qualora gli iscritti dovessero bocciare la sua proposta lanciata stamane sul Blog delle Stelle. «Dopo che nelle ultime 48 ore hanno detto di tutto contro di me, prima di ogni altra decisione, oggi ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola»: si affida ai suoi elettori e annuncia sempre dal Blog «se c’è qualcosa da cambiare nel Movimento lo faremo. Se ci sono strutture o luoghi decisionali da creare lo faremo». Stasera con i parlamentari, Di Maio analizzerà il voto delle Europee «e, nei prossimi giorni, farò altrettanto con i neo parlamentari europei, con i consiglieri regionali e una rappresentanza dei consiglieri comunali e i sindaci». Sempre che nei prossimi giorni lui sia ancora il leader del Movimento: dipende tutto dal voto sulla discussa e contestata piattaforma Rousseau dove già ne passato disservizi e “dubbi” sulle votazioni sono stati sollevati. Nel frattempo, come inquietante anticipo del voto di domani, il Blog delle Stelle è in down dopo l’annuncio di Di Maio: la speranza è che non succeda anche domani con la piattaforma della Casaleggio Associati.
DI MAIO “DOMANI VOTO SU ROUSSEAU PER RUOLO LEADER M5S”
Il Movimento 5 Stelle dopo il flop totale alle Elezioni Europee è una autentica polveriera: il silenzio di 12 ore dopo la sconfitta, la conferenza dove annuncia la riconferma da leader da parte “di tutte le anime del M5s”, le tante critiche di esponenti di rilievo e ora l’assemblea di oggi con i gruppi parlamentari sono solo alcune delle spine attorno al leader Luigi di Maio. Ieri si è dimesso il vicecapogruppo al Senato, Primo Di Nicola, e sono giunte bordate dai “nemici” storici interni al M5s – Nugnes, Fattori, Lombardi – ma anche, e questo è la differenza rispetto al passato, da qualche “compagno” come Paragone, Morra e lo stesso Di Battista. E ora parla direttamente il Ministro del Lavoro e dal Blog M5s annuncia «Chiedo di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato». La domanda a cui rispondere sarà «confermi Luigi Di Maio come capo politico del MoVimento 5 Stelle?», con le votazioni saranno aperte dalle 10 alle 20 di domani 30 maggio. Questa sera all’assemblea con i parlamentari Di Maio presenterà le sue dimissioni da leader con un voto successivo du Rousseau per decidere il da farsi agli iscritti M5s. «Per aprire una cabina di regia o di gestione», ma soprattutto per farsi rinnovare la fiducia dagli iscritti che lo scelsero nel settembre 2017», scrive Cannettieri sul Messaggero, esperto di dinamiche interne ai 5Stelle. In un lungo post su Facebook, Di Battista – assieme a Fico visto dalla base M5s come il possibile sostituto ideale del Ministro – ammette «abbiamo fatto un mucchio di cazzate. Cazzate politiche, strategiche, comunicative, di atteggiamento», salvo poi fare dietrofront e tornare a difendere Di Maio «Va sostenuto dicendogli in faccia cosa non è andato bene e proponendo idee e cambiamenti. Io l’ho fatto, ovviamente, anche in queste ore. Poi vi dico un’altra cosa: state tranquilli, ce la faremo anche questa volta. Basta mantenere la barra dritta. La Lega ha vinto le elezioni? Amen. Quelle che danno i numeri in Parlamento le abbiamo vinte noi. Quindi, come sempre, si vota ciò che è giusto e si bloccano le porcate»
M5S, ASSEDIO A DI MAIO: PARAGONE SI DIMETTE DA SENATORE
Per un Dibba che lo conferma, c’è però un Paragone che scalpita nel cambiare qualcosa all’interno del Movimento, oppure lui se ne andrà: finora sempre allineato a Casalino e Casaleggio, l’ex conduttore della Gabbia ha annunciato questa mattina in una intervista ad Agorà «Non voglio passare per traditore: io consegno le mie dimissioni a Di Maio, sarà lui a decidere cosa farne. Non esiste l’opzione di andare altrove. Resto se c’è ancora un rapporto di fiducia, ma io resto un rompiscatole». Via dal Senato ma soprattutto bordate a Di Maio, con la schiettezza che lo contraddistingue: «Finché si scriveva con la minuscola, l’io andava anche bene. Ma si è cominciato a scriverlo con la maiuscola. Se vuoi fare Superman, devi dimostrare di esserlo. Ma a 32 anni non puoi fare il capo della prima forza del Paese, il vicepremier, il ministro dello Sviluppo economico e il ministro del Lavoro […] Il Movimento è al suo minimo storico e come vicepremier ha perso la sfida», spiega al Corriere della Sera uno dei “colonnelli” più importanti del M5s, che poi azzarda il ritorno di Grillo e Di Battista in una collegialità, «Un gruppo ristretto, 4 o 5 persone, che rappresentino tutte le anime». Dopo Paragone, anche Morra si è lasciato andare e ha spiegato «Ora servono cinque cavalieri per la cabina di regia». Insomma, una polveriera che Di Maio domani potrebbe definitivamente fare “esplodere” con il voto sulla sua permanenza da leader.