Non è la prima e non sarà l’ultima volta che i giornali riportano di indiscrezioni, voci, retroscena e presunte ricostruzioni di guerre intestine al M5s tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista: di norma è lo stesso Movimento 5 Stelle a smentire parlando di “giornali spazzatura” e via dicendo (come hanno fatto oggi per difendere la Raggi sul tema rifiuti a Roma, ndr), ma il retroscena di oggi viene pubblicato addirittura dal Fatto Quotidiano, assai vicino ai 5Stelle in particolare al vicepremier Di Maio. Ebbene, secondo quanto raccontato da De Carolis sul quotidiano diretto da Marco Travaglio venerdì sera dal palco di Milano (Teatro Menotti, una delle tappe “del giro di ascolto” sui territori in vista della riorganizzazione M5S, ndr) il leader grillino si è lasciato andare a stoccate anche durissime contro l’amico Di Battista e il rivale Roberto Fico, attuale Presidente della Camera. «Sono il più incazzato di tutti per come è andata alle Europee. Scusate se mi incazzo se quelli che non sono venuti sul palco con me poi, il giorno dopo le Europee, stavano, e stanno ancora, in giro per l’Italia a presentare libri. Questo mi fa incazzare molto», sibilla ai suoi il Ministro del Lavoro secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano. Un attacco bello e buono contro lo stesso Di Battista difeso solo qualche giorno fa pubblicamente sulle pagine del Corriere della Sera «è una figura importante nel Movimento e tutti speriamo che torni a dare una mano concreta».



LA GUERRA NEL M5S E IL SENSO DI “ASSEDIO” DI DI MAIO

Le espulsioni, i dissidenti, le accuse della base e la crisi sempiterna del sindaco Raggi che non aiuta certo a rendere migliore l’immagine della leadership M5s: Di Maio ce ne ha per tutti e se non intende fare tabula rasa per iniziare a recuperare terreno nei confronti della Lega (che ormai li hanno più che doppiati, ndr), poco ci manca. «Non ho mai visto una forza politica che più si chiude tra i puri e più va avanti. Non condivido tutto questo clima di nostalgia: torniamo, ma dove? Andiamo avanti»; qui Di Maio, come spiega De Carolis, se la prende con l’ala ortodossa del Movimento, leggasi Roberto Fico. A far “girare” Di Maio sarebbero state le parole in pubblico riferite dal Presidente della Camera alla senatrice Paola Nugnes, dimessasi dal gruppo M5s in Senato, «Lei farà sempre parte del Movimento». Uno scontro duro, serrato, che promette nuovi capitoli anche nelle prossime settimane dove dovrebbe decidersi come e dove si “riorganizzerà” la gestione del Movimento 5 Stelle: «Siamo cresciuti con la consapevolezza che andando al governo si poteva fare tutto, ma è arrivato il momento di fare i conti con la realtà. Arriverà la riorganizzazione del Movimento, partendo con 80 referenti regionali, ma non ci farà prendere più voti, è solo un punto di partenza». Al momento però, tra le diverse “fratture” delle tre anime del Partito – Di Maio, Di Battista e Fico – il punto di arrivo e l’obiettivo “comune” sembra sempre più venir meno con immensi punti interrogativi per il futuro a 5 Stelle..

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