Il Ceo del gruppo Renault Luca De Meo, intervistato da Repubblica in merito ai prossimi obiettivi green dell’Unione Europea e di porre fine alla produzione di motori a benzina nel 2035, si dichiara preoccupato per la scadenza imminente ed invita la politica a rivedere le scadenze per garantire una maggiore prontezza del mercato e dell’indistria e soprattutto per favorire un maggiore lasso di tempo durante il quale incrementare la competitività internazionale nei confronti della Cina.



Il manager inoltre ha sottolineato che gli investimenti, già in atto, dovranno continuare ad essere costanti, proprio per assicurare il futuro del settore senza frenare la crescita. Parlando di costi per i prossimi tempi, che secondo alcuni potrebbero essere più elevati, De Meo afferma che “Dopo un anno di inflazione, immagino un periodo deflattivo su energia, logistica e materie prime. Situazione che si può gestire in due modi: abbassando i costi e i prezzi, oppure abbassando i costi e tenendo i prezzi stabili. Vedo la seconda più probabile: non ci sarà una rincorsa a fare volumi“.



De Meo “Auspichiamo lo slittamento dello stop a motori benzina al 2040”

Su una necessaria revisione della scadenza, il Ceo di Renault dice che non è possibile più tornare indietro, anche se si potrebbe lavorare a livello politico per dare più spazio alla competitività per eliminare progressivamente il monopolio cinese su moti settori industriali, “La strada è segnata. Noi come Renault siamo pronti, anche se auspichiamo uno slittamento al 2040 per fare crescere ancora il mercato dell’elettrico“.

Invece per quanto riguarda l’Euro 7, De Meo critica il sistema, considerato un fallimento perchè “L’Euro 7 non ha senso, da tutti i punti di vista. Ora anche il governo francese si oppone. Le regole vanno riviste, conservando l’attenzione all’inquinamento che proviene da freni e pneumatici. Per i motori è invece assolutamente impossibile soddisfare entro il 2025 i limiti imposti“. Concludendo, con una riflessione sulla possibilità di aprire stabilimenti produttivi in Italia, la risposta è categorica e negativa, “L’Europa ha già una sovracapacità produttiva. Inutile aggiungerne. Noi puntiamo a fare in Italia scouting di innovazione e tecnologia, ad avere effetti positivi, piuttosto che costruire nuove linee di assemblaggio di cui nessuno ha bisogno“.